Tra le 25.000 e le 30.000 specie (ma quasi ogni giorno se ne scoprono di nuove) 750 generi (a loro volta suddivisi in numerose tribù e sottotribù), un numero virtualmente infinito di ibridi, diffuse praticamente ovunque (con le sole l’eccezioni del circolo polare artico e delle zone desertiche del pianeta)…
Signore e signori, vi presento la più grande famiglia delle Angiosperme (le piante cioè che producono fiori): le Orchidaceae.
Fin dall’antichità le orchidacee hanno suscitato nell’uomo un fascino misterioso, insondabile. I primi accenni fatti su queste piante ci arrivano addirittura dal 350 a.C., allorché il filosofo greco Teofrasto, nel suo “Indagine sulle piante“, parla apertamente di alcune piante che definisce “orchis“. Oggi sappiamo che molto probabilmente Teofrasto parlava del genere Orchis, molto diffuso anche in Italia, che a livello radicale possiede delle radici che hanno forma di tubero testicolato (da cui il nome: orchis in greco significa “testicolo”) che nell’antichità si credeva, una volta stritolate e ingerite, stimolassero l’attività sessuale.
Da allora ad oggi le orchidee hanno sempre affiancato la storia dell’uomo fino a raggiungere, nel XVII e nelXVIII secolo, veri e propri periodi di fanatismo isterico nei confronti di queste piante tanto da far nascere un nuovo mestiere, il cercatore di orchidee, che ha generato miti e leggende su uomini disposti ad affrontare qualsiasi sorta di pericolo pur di accaparrarsi una nuova specie di orchidee.
Contrariamente a quello che si pensa su queste meravigliose piante, le orchidee moderne non sono difficili da coltivare, anzi: le moderne tecniche di coltura e ibridazione hanno restituito al mercato una serie di piante molto robuste e resistenti, adatte anche ai nostri climi, tanto da permettere sicuro successo a chiunque voglia cimentarsi con la loro coltivazione.
Dedicheremo una serie di post sull’argomento guidandovi alla conoscenza di poche e semplici regole di coltivazione per potersi poi misurare con successo nella coltura di queste piante fino a fare invidia a coltivatori provetti come Nero Wolfe!