Poche piante possono vantare un numero di miti e leggende simile a quello che si può associare al Melograno. Raffigurato fin dal terzo millennio avanti Cristo in numerose tombe egizie questo splendido arbusto attraversa praticamente tutte le culture del Mondo antico, comparendo in riti, racconti, simboli, sogni e tradizioni spesso legati alla sensualità.
Pianta antichissima (risalente al Pliocene) e originaria dell’Asia centro-occidentale (cresce spontanea in Afghanistane in Iran) il Melograno ha sempre affascinato l’uomo fin dall’antichità: frutti autentici per il “viaggio” di Ramsete IV trovati nella sua camera sepolcrale, pianta sacra e afrodisiaca per i Fenici il Melograno compare spesso anche nel Vecchio Testamento (soprattutto nel Cantico dei Cantici) e secondo alcune tradizioni sarebbe addirittura una melagrana il pomo offerto da Eva ad Adamo così come sarebbe una melagrana il Pomo della discordia secondo alcuni studiosi della mitologia degli antichi Greci che credevano anche, quest’ultimi, che a piantare il Melograno nell’isola di Cipro fosse stata nientemeno che Afrodite.
Appartenente alla famiglia delle Punicaceae e al genere Punica, il Melograno ha foglia caduca e vanta 2 specie: il P. granatum e il P. protopunica. Piuttosto semplice da coltivare va posto in pieno sole in clima temperato, teme il freddo e l’umidità. Non necessità di particolari terreni e sopporta bene periodi di lunga siccità. La pioggia può far spaccare i frutti: suggerisco di coprirli con un contenitore. Altra cosa veramente interessante di questa pianta resta comunque la sua versatilità: può essere cresciuto come arbusto (o come un piccolo albero) ma può essere anche utilizzato per realizzare siepi e bordure. Inoltre, cosa non da poco, fiorisce tra Giugno e Agosto, periodo dove le piante in fiore scarseggiano, donando al proprio giardino quel colore che di solito manca in estate. Il segreto del suo successo sta sicuramente nel frutto, detto balausta, che è di colore giallo tendente all’arancio e risulta di grande effetto decorativo. La parte commestibile del frutto (solo della specie P. granatum) è costituita dalla succosa polpa rossa che ricopre i semi dal sapore gradevolmente acidulo. Non vi ho ancora convinto? tornerò presto sull’argomento parlando soprattutto delle virtù mediche di questa incredibile pianta, anch’esse conosciute fin dall’antichità.
-
Maria Grazia
-
Beatrice Peretti
-
Antonio
-
Gianni
-
Antonio
-
Gianni
-
Massimocardoni
-
luigi