Non c’è niente da fare. Prima o poi, se vogliamo ottenere il massimo dalle nostre piante, dobbiamo affrontare l’argomento: dobbiamo conoscere il nostro terreno. Questo lo si fa sia tramite un’analisi fisica sia tramite un’analisi chimica. Le caratteristiche fisiche e chimiche del terreno sono fondamentali per la buona riuscita di una coltura, qualunque essa sia. Se infatti coltivate le vostre piante in un terreno sbilanciato difficilmente esse cresceranno vitali e rigogliose. Per conoscere il proprio terreno voglio cominciare a parlare delle sue caratteristiche fisiche chiamando in gioco il concetto di tessitura del terreno.
Per tessitura del terreno o granulometria s’intende il rapporto in percentuale degli elementi che compongono un terreno in relazione alle loro dimensioni. In base ad uno standard internazionale gli elementi di un terreno si classificano come scheletro (le parti del terreno superiori a 2 mm: pietre, ghiaia ecc.) e come terra fine, quest’ultima a sua volta suddivisa in tre tipologie: sabbia, limo e argilla.
I terreni sabbiosi sono formati da particelle che vanno da un diametro di 0,002 a 2 mm e hanno come difetto il non trattenere l’acqua e, a causa della poca aderenza, di non mantenere le forme date dalla lavorazione del terreno (pensate ad un solco sulla sabbia); come vantaggio hanno un’ottima areazione, permettono uno sviluppo senza particolari ostacoli alle radici e (se vi sembra poco…) si lavorano con facilità.
I terreni limosi non sono facili da trovare e sono caratterizzati da elevata plasticità, dal colore grigiastro e alla forte tendenza a sviluppare una crosta superficiale quando la sua presenza in un terreno supera il 40%.
I terreni argillosi sono contraddistinti da particelle piccolissime (inferiori a 0,002 mm), caratteristica che ha come conseguenza quella di non lasciar filtrare l’acqua, di rendere il terreno di difficile lavorazione (ma mantengono bene le forme di lavorazione) e di essere soggetto al ristagno e alla compattazione.
Come facciamo allora a riconoscere con che tipo di terreno coltiviamo le nostre piante? osservandone il comportamento: per esempio lo sappiamo tutti che, se pressata, la sabbia non prende nessuna forma e si disgrega subito una volta rilasciata mentre di contro l’argilla, premuta tra il pollice e l’indice, forma una striscia lunga e resistente.
Ma quanti terreni esistono allora in base alla presenza dei vari elementi? A livello internazionale vengono adottati dei grafici a forma triangolare che servono a riassumere (schematizzando) le diverse combinazioni possibili tra le tipologie di terreno; tali grafici possono differenziarsi leggermente tra di loro ma in genere assomigliano molto all’immagine qui sotto riportata.
So già cosa vi state chiedendo: esiste il terreno ideale per coltivare le piante? sì esiste, è detto franco (o di medio impasto) ed è composto da circa il 40% di sabbia, dal 25% di limo, dal 25% d’argilla e dal 10% di scheletro. Presto scriverò come migliorare il proprio terreno qualora risultasse eccessivamente sbilanciato, voi nel frattempo cercate di capire con che terreno avete a che fare.