Parliamo ancora di una pianta facile da accudire, sempreverde, dall’abbondante fioritura e per questo di grande effetto. Oltre a ciò, l’Oleandro (Nerium oleander) ha il vantaggio che lo si può coltivare sia in piena terra che in vaso (anche se con risultati diversi) e, dato che non si spoglia nemmeno in inverno, particolarmente adatta anche per una terrazza.
Pianta conosciuta fin dall’antichità è facilissimo incontrarla in tutto il bacino del mediterraneo, ma anche in oriente, fino al Giappone. In Italia cresce benissimo al centro-sud, nelle regioni più fredde in inverno deve essere protetta. Ama l’esposizione a pieno sole e, pur essendo piuttosto rustica, in estate deve essere annaffiata, soprattutto se la si coltiva in vaso. Per avere piante sane e robuste bisogna inoltre concimare settimanalmente con un concime liquido.
Le piante giovani vanno cimate in estate per favorirne l’aspetto cespuglioso, mentre quelle più vecchie, ad inizio primavera, vanno diradate ed ogni tanto potate affinchè generino nuovi getti alla base. La fioritura, duratura, avviene da Giugno a Settembre, i colori più comuni sono il rosa ed il bianco , ma vi sono anche cremisi, porpora, arancioni e gialli.
In piena terra raggiungono anche i 5/6 metri d’altezza, ma per dare il meglio di di sè, devono avere abbastanza spazio a disposizione anche in larghezza. L’istinto di sopravvivenza e la già menzionata rusticità fanno si che si adatti anche a terreni piuttosto poveri, ma se potete fornitele un terriccio ben lavorato e fertile, vi ringrazierà regalandovi un aspetto vigoroso ed abbondanti fioriture.
Se poi vi appassionate e volete riprodurla, tagliate un rametto apicale in primavera – estate, togliete le foglie nella parte bassa del ramo ed immergete quest’ultima in una bottiglia d’acqua che terrete al sole; in poco tempo alla base del ramo si formeranno molte radici, a questo punto trapiantate la vostra talea in terra, annaffiate abbondantemente et voilà, avrete una nuova pianta.
Mi raccomando, dopo qualsiasi intervento sull’oleandro lavatevi accuratamente le mani o, ancora meglio, usate i guanti: ogni parte di questa pianta (rami, foglie, fiori e semi) è velenosa e se ingerita può causare problemi di avvelenamento fino a gravi ripercussioni cardiache. Vi consiglio pertanto di stare attenti a che bambini o cuccioli di cane non mettano in bocca parti di questa pianta. Evitate anche di bruciare i residui delle potature poichè anche l’inalazione dei fumi può essere nociva.
Non voglio demonizzare questo arbusto, anzi, considerata la vasta diffusione si può tranquillamente affermare che la sua coltivazione non crea alcun problema, ma è bene che vengano presi piccoli accorgimenti al fine di evitare qualsiasi complicazione. D’altronde, molte piante risultano in qualche modo tossiche o velenose (Amarillys, Calle, Iperico, Glicine, Rododendro, ecc…) e spesso nemmeno lo sappiamo, questo significa che dobbiamo stare solo un pò attenti e naturalmente in cucina vi consiglio l’uso di rosmarino, salvia, basilico, timo, menta, prezzemolo, a meno che non vogliate liberavi di vostro marito o dell’invadente suocera… ehi, stò solo scherzando!!!
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