Il mese di Luglio è quello della canicola: il caldo si fa veramente intenso e costante e per la salute del nostro prato (e per le piante del nostro giardino in generale) si tratta senz’altro del periodo più delicato. Le piogge sono rare e quando si verificano, data l’enorme energia presente nell’atmosfera, spesso sono foriere di seri danni (leggi grandine, nubifragi ecc.). Eppure, nonostante questo quadro non proprio idilliaco, è proprio in questa fase che il nostro manto erboso ha bisogno di più acqua.
Molta acqua.
Da un punto di vista ecologico infatti il prato non è proprio il massimo: quando ben sviluppato può arrivare a consumare fino a 6/7 litri al giorno per metro quadro a una temperatura di 20° C di media giorno/notte, che diventano 12 litri al giorno per mq se la temperatura media si aggira sui 25°C.
Una volta valutato se è il caso di sperperare ingenti quantità di acqua per mantenere un prato vediamo almeno di ottimizzare al massimo questa preziosa risorsa.
Prima di tutto la fonte dell’acqua: possiamo attingere da un pozzo, da dei serbatoi o dall’acquedotto.
Il pozzo privato , quando già presente, è sicuramente la condizione migliore perché risulta essere una riserva di acqua sempre disponibile, difficilmente esauribile e in più (di solito) non soggetta a restrizioni come la rete pubblica; se il pozzo lo si vuole scavare ex-novo, pur rimanendo la situazione migliore, va calcolato che l’operazione non è delle più economiche e può costare diverse migliaia di euro.
Quando non si è così fortunati da disporre di un pozzo possiamo comunque attrezzarci con dei serbatoi per la raccolta delle acque piovane: in vendita si trovano diversi modelli di varie dimensioni, di plastica o di resina, adatti per ogni esigenza o, quando possibile (se siete in fase di costruzione per esempio potete predisporla), costruire una vera e propria cisterna interrata dove convogliare le acque piovane, soluzione ideale sia per occultare antiestetici sebatoi sia per aumentare il volume di raccolta. Una volta scelta la soluzione migliore basterà collegare la grondaia del tetto al serbatoio e aspettare che la pioggia faccia il resto.
Se non avete né un pozzo né la possibilità di adoperare dei serbatoi non vi resta che usare l’acqua del rubinetto. In questo caso è molto importante accertarsi che nel comune dove vivete non siano in vogore ordinanze che vietino l’uso dell’acqua potabile per annaffiare i giardini. Occhio, perché oltre a sprecare acqua in una zona dove molto probabilmente scarseggia, rischiate di incorrere in sanzioni spesso piuttosto salate quindi fate attenzione e soprattutto non dite che non vi avevo avvertito…
Bene, nel prossimo post, visto che ci siamo procurati l’acqua, vedremo come impiegarla al meglio, intanto tenete sotto controllo il vostro prato e annaffiatelo solo quando ne ha veramente bisogno, non è difficile accorgersene: se il suo colore assume una tonalità che tende al blu-grigiastro, se le punte delle foglie si arricciano e si seccano, se l’erba pressata dalle vostre orme non si risolleva velocemente, beh allora è proprio giunto il momento di bagnare.