Leggo in giro una buona notizia. Giuseppe Marino è un geometra palermitano che nel tempo libero si diletta con la genetica botanica. Non nuovo a queste tecniche (ha già prodotto un cocomero gigante) Giuseppe ha innestato una melanzana sulla base di una pianta originaria dell’America tropicale, la Solanum torvum, pianta piuttosto resistente a malattie e intemperie che cresce bene anche in situazioni di siccità prolungata. Il tutto con un innesto naturale e senza usare gli OGM.
In realtà si tratta di un innesto già conosciuto e consolidato ma la vera notizia sta nel fatto che il nostro non si è fermato lì ma ha innestato con successo il pomodoro sull’albero-melanzana, ottenendo così una pianta molto resistente e che produce contemporaneamente pomodori e melanzane!
Grazie a queste incredibili caratteristiche la pianta può essere impiegata dalle organizzazioni umanitarie per combattere la fame nel mondo.
In attesa di sperimentare direttamente la coltura dell’albero parliamo anche delle due piante “normali” che lo compongono ovvero pomodoro e melanzana partendo proprio da quest’ultima.
Sconosciuta ai Greci ed ai Romani Solanum melongena è originaria dell’India e fu introdotta in Italia intorno al XVI secolo con il poco rassicurante nome di “mela insana” visto che la si riteneva nociva per la salute. Perenne nei luoghi d’origine e annuale da noi ha fusto eretto e ramificato e può raggiungere l’altezza di 80/100 cm. È coltivata per le enormi e carnose bacche che produce, di solito di forma sferica o allungata e spesso ingrossata nella parte bassa, lucenti e di colore bianco, violaceo o nerastro a seconda della varietà. Le più diffuse sono:
la comune dal frutto lungo e viola;
la violetta di Palermo, con frutto lucido e di colore viola intenso;
la gigante di New York, con un enorme frutto di colore violetto;
La tonda di Firenze, di colore violetto e con una polpa tenera e compatta, quasi priva di semi;
la melanzana di Murcia, provvista di spine dal frutto rotondo di colore violetto;
la bianca cinese, di forma lunga;
le bianche: tonda e ovale.
La melanzana richiede un clima mite ma può essere coltivata senza particolari difficoltà purché si abbia l’accortezza di concimarla a dovere. Il terreno di coltivazione deve essere fertile, fresco, profondo e ben lavorato. Da seme si ottengono le piantine su letto caldo e una volta che avranno raggiunto un’altezza di una decina di centimetri possono essere messe a dimora (di solito tra la fine di aprile e la metà di maggio), in file distanziate 60 cm lasciando 50 cm tra pianta e pianta. Annaffiate regolarmente, concimate con concimazioni organiche e sarchiate il terreno.
Siccome i frutti vengono prodotti solo dai rami laterali è bene cimare le piante per facilitare lo sviluppo dei germogli laterali ma soprattutto dobbiamo, come si fa per il pomodoro, togliere i germogli ascellari, detti comunemente femminelle. La raccolta inizia a giugno e se ben coltivata la melanzana può produrre 2/3 kg di frutti per pianta. La melanzana è attaccata dalla Perenospera, dalla Dorifera, dal ragnetto rosso e dal Vaiolo.
Ultima cosa: non consumatela mai cruda perché contiene solanina, un alcaloide glicosidico tossico, sostanza neutralizzata dalla cottura che ci rende innocuo il delizioso frutto, pronto ad essere gustato in prelibati piatti… avete qualche ricetta da suggerire?
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