Cavolo, l\'ortaggio che ci protegge dai tumori
Conosciuto fin dai tempi antichi, il cavolo (Brassica oleracea) era utilizzato dai Romani per curare moltissime malattie e veniva mangiato crudo per aiutare a depurare l’organismo. Quasi l’80% della produzione mondiale di cavolo proviene da Asia ed Europa. In Italia le regioni dove la produzione dell’ortaggio è più sviluppata sono: Campania, Sicilia, Lazio, Abruzzo e Puglia. Il cavolo è ricco di zolfo, sodio, potassio, magnesio, acido folico, vitamina A, B1, B2, C, U (ultima arrivata, che combatte l’ulcera gastrica quella duodenale e quelle intestinali). L’acido folico favorisce la produzione di emoglobina, quindi può essere mangiato da chi ha problemi di anemia. Le sue proprietà  diuretiche, cicatrizzanti, depurative e curative ne fanno un ottimo rimedio contro piccoli e grandi disturbi. Ma la sua vera virtù terapeutica sembra quella di agire sulle cellule tumorali attraverso dei composti chiamati isotiocianati. I composti isotiocianati contenuti nel cavolo sono ormai largamente riconosciuti per le loro proprietà antitumorali. Sembra che questi flavonoidi possano rimuovere le scorie tossiche, potenzialmente cancerogene, presenti all’interno dell’organismo. In pratica  questi alimenti svolgerebbero una profonda azione disintossicante, in grado di proteggerci da alcune forme tumorali. Sembra che il cavolo possieda la facoltà di espellere dal corpo le tossine e attraverso questa pulizia, favorire un naturale processo di guarigione. I broccoli, contengono inoltre una sostanza chiamata sulforafane, che in molti studi si sono evidenziate la sua capacità di proteggere le cellule limitando la produzione di ROS (Reacting Oxygen Species – tipologia di radicali liberi), una molecola di ossigeno instabile. Inoltre il sulforame produce degli enzimi che proteggono da ictus, infarti e diabete.Il cavolo è  molto utile contro bronchiti, coliti, congiuntivite, contusioni, sinusiti, diabete, diarree, dolori gastrici ed intestinali, dolori muscolari e influenza. La ricchezza in zolfo, arsenico, calcio, fosforo, rame può spiegare le sue virtù digestive e ricostituenti.
La cottura distrugge la vitamina U, è quindi necessario mangiarlo o assumerlo sotto forma di succo fresco.
La scoperta di una sostanza, il gefarnato, ha permesso di impiegarne il succo con ottimi risultati in caso di ulcera gastrica, grazie alla sua capacità di rinforzare la parete dello stomaco.
In caso di ferite sulla pelle, il cavolo poco dopo l’inizio del trattamento fa espellere le materie tossiche, poi le guarisce completamente. Con questo metodo si hanno esiti abbastanza veloci e sicuri.
L’unico difetto, se così si può chiamare, derivato dal cavolo è il forte odore emanato durante la cottura causato dallo zolfo contenuto nell’ortaggio; è però possibile ridurlo al minimo aggiungendo del succo di limone all’acqua di cottura.
Per concludere un accenno di gossip: la divina Greta Garbo faceva un uso smoderato di crucifere, tanto che quando i poliziotti entrarono in casa dopo che era morta (viveva in perfetta solitudine), furono assaliti dal forte olezzo emanato dagli ortaggi cotti.

  • guido

    Ho sentito in TV, durante la trasmissione di Geo & Geo, un rappresentante della Codiretti che diceva che il cavolo è una forma tumorale della pianta? E’ vera questa notizia?
    Grazie

  • Ciao Guido, dichiarazione strana, non ho proprio idea di cosa intendesse con quella definizione… indagheremo
    A presto