Letame

Così cantava uno dei maggiori poeti del ‘900 ricordandoci, dall’alto della sua sconfinata arte, la più semplice delle verità: il tanto vituperato letame, usato spesso come peggior epiteto, è in realtà il miglior “carburante” che abbiamo a disposizione per far crescere le nostre piante.
Spesso accantonato per far posto alla chimica la sua migliore rivincita venne proprio dall’inventore dei concimi chimici, Justus von Liebig, che nel suo testamento scrisse:

Confesso volentieri che l’impiego dei concimi chimici era fondato su delle supposizioni che non esistono nella realtà. Questi concimi dovevano portare una rivoluzione completa in agricoltura. Il concime di stalla doveva essere completamente escluso e tutte le materie minerali asportate dai raccolti, sostituite con dei concimi chimici. Il concime doveva permettere di coltivare su di uno stesso campo, senza discontinuità e senza esaurimento, sempre la stessa pianta, il trifoglio, il grano ecc., secondo la volontà e i bisogni dell’agricoltore. Avevo peccato contro la saggezza del Creatore e ho ricevuto la dovuta punizione. Ho voluto portare un miglioramento alla Sua opera e nella mia cecità ho creduto che nel meraviglioso concatenamento delle leggi che uniscono la vita alla superficie della terra, rinnovandola continuamente, un anello era stato dimenticato, che io povero verme impotente, dovevo fornire.

Il letame può essere definito il re dei concimi naturali ed è composto da escrementi di animali misti a scarti di origine vegetale (di solito la lettiera degli stessi animali) tenuti a “riposare”, cioè a fermentare, per un periodo variabile di tempo. Può essere ottenuto dalle deiezioni dei bovini, degli ovini, degli equini, oltre a quelle di polli, conigli, anatre e oche. Forse il migliore in assoluto, ma caro e difficile da trovare, risulta quello equino, grazie alla sua equilibrata composizione degli elementi principali e per il fatto che si presenta poco acquoso, ma anche il letame bovino, facile da trovare e a buon mercato, assicura un discreto apporto di macroelementi. Troppo acquoso e povero di elementi nutritivi risulta invece quello di origine suina.
Molto importante è la fase della maturazione, il processo di fermentazione anaerobica durante il quale il letame si amalgama e si trasforma nel fertilizzante; tale processo, che deve durare minimo cinque o sei mesi, è fondamentale anche per disinnescare le sostanze nocive che possono essere presenti nella massa in fermentazione oltre ad avere un ruolo devitalizzante nei confronti dei semi delle infestanti, sicuramente contenuti nel letame. Quando il materiale vegetale non si distinguerà più dalla massa omogenea e scura vorrà dire che il nostro letame è pronto per l’uso.
Il suo utilizzo in agricoltura è importante sia per migliorare le qualità fisiche del terreno (è un buon ammendante) sia, logicamente, come preziosa fonte degli elementi minerali indispensabili per la crescita delle piante. In 100 parti di letame troviamo lo 0,6% di azoto, lo 0,3% di fosforo e lo 0,7% di potassio.
Per ottenere una buona concimazione del terreno calcolate 40/50 Kg di letame maturo sparso in 10 mq di superficie; una volta spanto uniformemente interratelo il prima possibile vangando in profondità. Questa operazione è consigliata qualche mese prima dell’utilizzo del suolo per dare il tempo al letame di “amalgamarsi ” ed integrarsi al meglio con il terreno.
Se avete uno spazio idoneo potete provare a farvi la vostra concimaia. Qualche consiglio:

  • il letame deve andare a contatto diretto con la terra, niente cemento;
  • il luogo scelto deve essere ombreggiato e poco esposto al sole il quale seccherebbe troppo la massa compromettendo la sua trasformazione;
  • fondamentale tenerlo lontano dalle case e dai vicini, la fermentazione non è il massimo per la buona convivenza…
  • giuseppe

    nel 1999 ultimo anno di agricoltura convenzionale, ricordo che un trattore da 200cv alzò l’aratro dicendo… il terreno è troppo duro, non si può fare.
    Oggi dopo 10 anni di biologico e le concimazioni letamiche iniziali e quelle successive con concime organico (guanito e phoenix di italpollina più lombrihumus prodotto qui da noi con l’uso di lombrichi) riesco a lavorare a 35/40cm con il mio trattorino ormai ultraventenne da 75cv e senza vedere nemmeno un pò di fumo nero (cioè non si sforza nemmeno).
    Morale, confermo in pieno sulle caratteristiche ammendanti del letame che rendono il terreno migliore e più lavorabile.
    Ci stanno rovinando il pianeta con la chimica e nemmeno se ne rendono conto, che non gli bastano più nemmeno i 300cv per fare qualche lavoro che io faccio (senza sforzo) con un 75cv.

  • Ciao Giuseppe,
    è molto bello quello che dici e non fa altro che confermare le caratteristiche fondamentali del letame e, più in generale, di quella che chiamiamo agricoltura biologica ma che non è altro che l’unico modo di coltivare la terra nel rispetto del pianeta.
    A presto

  • giuseppe

    Scusa Gianni, ti correggo…

    io dirèi, nel rispetto di noi stessi e del pianeta