L’asparago (Asparagus officinalis) che appartiene alla famiglia delle Liliacee, è un ortaggio conosciuto ed apprezzato sin dai tempi degli antichi egizi, per arrivare fino ai romani, dove troviamo una delle sue prime citazioni, attribuita a Plinio il Vecchio nel suo libro “Naturalis Historia”. La parte fondamentale della pianta, in fitoterapia, sono le radici che si raccolgono quando è ben riposata, quindi in autunno o in primavera. Troppo noto per essere descritto, questo ortaggio ci offre la deliziosa verdura primaverile che sta per arrivare e le qualità salutari delle radici che sono sopratutto diuretiche e depurative. A parte le basse calorie nutritive (29 kcal) e quindi adatto nelle diete, l’asparago contiene asparagina, rutina, un flavonoide ottimo protettore dei capillari, ferro, vitamine del gruppo B e fibra.Questo ortaggio può essere consumato come antiaggregante (aumenta la fluidità del sangue), come mineralizzante (buon contenuto di calcio, ferro e potassio) e, contenendo fibra, come stimolo per l’intestino pigro. Essendo un buon diuretico fa espellere i liquidi e le scorie prodotte dal nostro organismo. Tutti i componenti di questa famiglia contengono una grande quantità di oli essenziali che a livello terapeutico aiutano ad avere un effetto antinfiammatorio, cardiotonico, ipotensivo, espettorante, diuretico e antiparassitario. Contiene inoltre saponine, polifenoli e elevate quantità di potassio, che lo rendono particolarmente interessante, ripeto, contro i problemi di ritenzione idrica. L’Asparago è inoltre amaro, debolmente lassativo e sedativo. Ma i suoi pregi, anche se numerosi, si scontrano con l’elevato apporto di purina (sostanza presente in molti alimenti quali fegato, rognone, cuore, aringa, sgombro e acciuga), che rischia di aggravare alcuni disturbi, quali le cistiti, le prostatiti, le calcolosi renali, l’osteoartrite e altre malattie dell’apparato osseo, ma sopratutto la gotta. Gli acidi urici, prodotti dalla decomposizione di questa sostanza, possono indurre una acidificazione che costituirebbe quindi il terreno ideale per chi già soffre di questa malattia. Un’ultima annotazione, infine, per gli intolleranti all’acido acetilsalicilico: gli asparagi ne contengono quantità significative.
Il caratteristico odore dell’orina, dopo aver mangiato asparago, è causato dalla produzione di metantiolo e di asparagina, derivati rispettivamente dal catabolismo dell’amminoacido metionina e dall’acido aspartico. Nei pazienti con insufficienza renale, sopratutto nei dializzati, va dosato all’interno della propria dieta per la sua alta presenza di potassio.
Foto di clearrants
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Giulio