Nei prossimi mesi vorrei sperimentare quanto più o meno efficace possa essere la coltivazione di ortaggi in un balcone o in un terrazzo. Sgombro subito il campo da qualsiasi illusione: non penso proprio che in uno spazio del genere si possa raggiungere la minima autosufficienza di prodotti orticoli, un po’ perché non tutti gli ortaggi si prestano a questo tipo di coltivazione e soprattutto perché, banale quanto si vuole, coltivare in vaso risulta più problematico che farlo in piena terra. Sono altresì convito però che, con le dovute accortezze, qualche soddisfazione in tal senso la ci si possa togliere, a partire da questo primo passo che rappresenta, anche a livello di difficoltà, l’esempio più semplice per quanto riguarda la coltivazione di ortaggi in balcone: piantare i bulbi di aglio in vaso.
La pianta più buona delle Liliacee si presta molto bene all’esperimento. A differenza della cipolla infatti, che è un bulbo semplice, quelli che comunemente siamo abituati a chiamare spicchi d’aglio sono in realtà piccoli bulbi, chiamati bulbilli, che serrandosi l’uno all’altro formano l’ortaggio così come lo conosciamo. Semplificando ulteriormente i bulbilli non sono altro che la riserva di energia che serve alla gemma in essi contenuta (l’anima dello spicchio, quella che conviene togliere prima di cucinarlo) per iniziare la prima crescita e la germogliazione di un nuovo aglio; tutto questo per dire che uno spicchio corrisponde a una nuova pianta.
Quello che serve allo scopo è un vaso di 30 cm circa di diametro e ovviamente un aglio bello sano e ben conservato, se possibile da coltivazione biologica. Sfogliatelo e ricavatene i bulbilli (preferite quelli esterni a quelli più interni) dopodiché, scavando una piccola buca, poneteli nel vaso con la punta rivolta verso l’alto, distaziati tra di loro e dal bordo del vaso di 7/8 cm, ricopriteli con 2/3 cm di terra e infine bagnate il tutto, poco e delicatamente. Stop, non c’è molto altro da fare. L’unica cosa importante da tener conto è il terreno da usare: deve essere ben sciolto e drenante, ben permeabile insomma, che non faccia ristagnare l’acqua (poco amata dall’aglio se abbondante) e che, indurendosi, non formi una crosta superficiale. Nel mio caso ho usato un 70% di un comune terriccio universale a cui ho aggiunto un 15% di sabbia, un 10% di humus e il restante di agriperlite, ottima per mantenere soffice il terreno.
Tutto veramente molto facile, talmente facile che il video è lì non tanto per spiegare il procedimento ma al contrario per testimoniare quanto sia semplice l’operazione. Appena dopo una settimana la punta dell’aglio aveva già guadagnato la superficie e, come si vede in fondo al filmato, dopo 12 giorni erano ben visibili un paio di centimetri di foglia.
Bagnando di tanto in tanto e solo dopo che non piove da molto, se tutto va bene, alla fine di marzo inizi d’aprile, potrà essere usato come aglio fresco da gustare per esempio con dell’ottimo radicchio da taglio oppure, aspettando fino a giugno (al massimo luglio), sarà possibile estrarre il nostro aglio coltivato in vaso e, dopo averlo fatto asciugare una decina di giorni, sarò pronto così all’utilizzo o alla conservazione.