Volete una pianta capace di assorbire sostanze tossiche pericolose come la formaldeide, lo xilene o il toluene e che al contempo umidifichi con efficacia l’ambiente, rendendo per esempio una casa con l’aria troppo secca (durante l’inverno situazione tutt’altro che rara) più vivibile e salutare? Ok, ho la pianta che fa per voi: si chiama Chrysalidocarpus lutescens ed è più comunemente nota come Areca.
Affrontando l’argomento si chiude tra l’altro la descrizione del trittico delle piante in grado di migliorare sensibilmente l’ambienti chiusi e utilizzate in un interessante esperimento tenutosi in un ufficio di New Delhi di cui ho già parlato. E dopo aver scritto sul Pothos e sulla Sanseveria è l’ora di parlare di questa indispensabile pianta, del resto già molto diffusa nelle nostre case.
Che la vogliate chiamare palma d’Areca, Areca lutescens, Chrysalidocarpus lutescens, Dypsis lutescens, palma farfalla, o palma delle canne dorate non importa, si tratta sempre della stessa pianta. Originaria del Madagascar è una palma sempreverde che appartiene alla famiglia delle Arecaceae e in natura può raggiungere i dieci metri d’altezza ma va detto che nel vostro appartamento difficilmente raggiungerà i due metri. È caratterizzata da fitti fusti esili che terminano in fronde pennate, arcuate, dalle quali partono, quasi opposte, delle foglioline lunghe e rigide denominate pinnule.
La coltivazione non è difficile basta fare attenzione alla temperatura, alla luce e all’irrigazione. Per quanto riguarda la temperatura infatti l’Areca cresce regolarmente se tenuta a temperature che variano tra i 18 e i 22° C ma sotto i 16 lo sviluppo si arresta e la pianta ne soffre. Va posta in un luogo ben illuminato ma non direttamente alla luce del sole anche se fino a un paio di ore di luce diretta non recano danno. D’estate è possibile spostarla all’esterno ma è fondamentale non esporla ai raggi diretti del sole. Capitolo irrigazione: dovrete fare molta attenzione ai ristagni e, all’opposto, al terreno secco, entrambi i casi dannosi per la pianta, ma mantenere il terreno umido senza che si inzuppati d’acqua. Questo è l’aspetto più delicato della sua coltivazione ma una volta trovate le giuste misure il successo è assicurato. In ambienti troppo secchi (si pensi alle case in inverno) o durante i periodi più caldi dell’anno è consigliabile nebulizzare la pianta; ricordatevi anche, ogni tanto, di pulire le foglie passandoci sopra un panno inumidito con acqua demineralizzata.
L’Areca ama terreni piuttosto sciolti e la miscela ideale risulta essere quella formata da terriccio, torba e sabbia in parti uguali. Rinvasatela ogni due anni circa e comunque quando la pianta ha riempito buona parte del vaso.
Il modo migliore per riprodurla consiste nel prelevare, durante la primavera, i germogli basali con incluse alcune radici piantandoli separatamente in vasetti contenenti una miscela composta da una parte di terriccio, una parte di torba e due di sabbia e infine avvolgeteli in sacchetti di plastica trasparente e teneteli in un luogo caldo e con luce media.
Eccovi dunque servite, con questa bella palma, le tre piante che dovrebbero essere presente in ogni casa, capaci di rendere più salubri i nostri interni e ovviamente più belli e accoglienti. Ma l’argomento non si esaurisce certo qui, visto che ci sono molte altre piante in grado di svolgere una funzione “depuratrice” degli ambienti che, tempo permettendo, vale la pena approfondire.
Foto di Drogdon