Basta uno sguardo alle notizie sull’ambiente uscite negli ultimi tempi per constatare che ormai quotidianamente si leggono i consueti allarmi sui cambiamenti climatici. Mentre però Barack Obama stanzia ingenti fondi per le energie rinnovabili e sua moglie Michelle coltiva l’orto alla Casa Bianca (a proposito, fatemi fare lo spocchioso, ne avevo parlato due mesi fa…) da noi si parla di nucleare e cementificazioni e si ha la vaga sensazione che l’ambiente per il governo non sia proprio in cima alla lista delle priorità. Potrebbe essere utile allora, anche a chi siede nella stanza dei bottoni, dare un occhio all’iniziativa del blog di Kuda “Diamo una spinta alla Rivoluzione Verde Italiana” visto che ha il merito di essere propositiva mettendo insieme dieci semplici e sensatissime proposte per cercare di migliorare un po’ la situazione ambientale. Che, come già detto, non è affatto rosea.
Secondo quanto riferito dal gruppo di ricercatori dell’Andrill, che si occupa dello studio dell’Antartico, con un aumento di tre gradi della temperatura globale le calotte polari supererebbero la soglia critica e si scioglierebbero, riversando la loro immensa quantità di acqua negli oceani con conseguenze difficili da prospettare. E questa non è una previsione ma una ricostruzione di eventi del passato quando le condizioni climatiche della terra erano inquietantemente simili alle attuali.
Altra pessima notizia: gli effetti del surriscaldamento globale sarebbero molto peggiori delle già brutte previsioni per quanto riguarda le sorti del polmone della terra, la Foresta Amazzonica. Lo sostiene uno studio inglese che servendosi di simulazioni al computer dimostrerebbe che con un ulteriore aumento di un solo grado o due verrebbe perso fino al 40% della foresta e addirittura l’85% con un aumento di 4°C.
Non vi basta? visto che con questa crisi va molto di moda la parola bancarotta eccola applicata anche all’energia e al suo destino: se si continua a consumare i combustibili fossili a questi ritmi nel 2050 avremo la bancarotta energetica. Boh? forse, se è per quello, sarebbe auspicabile un suo forte anticipo costringendo ad investire questa volta sì le giuste risorse nella ricerca e nello sviluppo delle energie pulite. Se al tutto aggiungete la previsione che nel 2030 metà del pianeta sarà senz’acqua il quadretto si fa completo.
Ma non sarebbe certo finita qui, anzi! per rincarare la dose si troverebbe molto altro ma già così è più che sufficiente a farmi credere che valga la pena tentare di cambiare un po’ il nostro approccio con il consumare, partendo magari dalle piccole cose quotidiane. Come per esempio dall’acqua e dalla quantità che se ne impiega in relazione al nostro stile di vita: scaricatevi l’ottima tabella di Good, anche se è in inglese è molto comprensibile ma soprattutto molto illuminante sulla questione oltre a rappresentare un ottimo spunto di riflessione.
Foto di Aaron Escobar™
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giuseppe