Finalmente ci siamo! intanto, anche se in ritardo, vi auguro buona Pasqua!!! Aprile è il mese del grande risveglio: la natura esce definitivamente dall’inverno, ci diletta con improvvise fioriture profumate, le nuove foglie tornano a coprire i rami (era ora, è da novembre!). Come per il mese scorso, vediamo passo passo i lavori e gli accorgimenti da prendere per far sì che i nostri piccini passino una stagione “a cannone”! Read More
Produrre 40 kg di patate in mezzo metro quadrato
Tempo fa ho pubblicato il video di Carlo intento a mettere a dimora le patate perché ritengo che in ogni orto che si rispetti non debba mancare la coltivazione della regina dei tuberi. Facile e semplice (più o meno) se si possiede un pezzo di terra da coltivare a orto, lo è un po’ meno se il terreno a disposizione è ridotto al minimo o peggio inesistente. Per chi non ha spazio e vuole comunque provare a coltivare le patate esistono metodi potenzialmente validi per farlo in un’area minima del giardino o addirittura del balcone, il principale dei quali è la cosiddetta coltura della patata nel bidone. Sostanzialmente si tratta di portare alle estreme conseguenze la pratica della rincalzatura delle patate, tecnica quest’ultima che consiste nell’addossare del terreno al colletto della pianta allo scopo di impedire l’inverdimento dei tuberi e stimolarne la crescita di nuovi. In soldoni si fa così: posizionando le patate sul fondo del bidone e ricoprendole con del terriccio si aspetta che sviluppino le giovani piante dopodiché si aggiunge terra (o altri materiali, più leggeri e gestibili) fino a ricoprire un terzo/metà della pianta stessa, ripetendo l’operazione ogniqualvolta la vegetazione è ricresciuta e fino al completo riempimento del bidone. Il risultato finale sarà appunto un bidone riempito di terra e patate grazie all'”inganno” perpetrato ai danni della pianta, spinta a credere di essere ancora sottoterra costringendola così a sviluppare nuovi tuberi.
Potete trovare degli ottimi esempi di questo metodo su Di tutto di più o su L’orto di carta dove è spigata la tecnica e alcuni suggerimenti su come realizzarla, personalmente ho in mente una modifica che ritengo interessante e che spero di poter documentare quanto prima, quello che volevo però segnalare oggi è una variante geniale ed efficace di questo modo di coltivare patate ottenendone 40 kg in mezzo metro quadrato.
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Gambe gonfie e capillari fragili? un prezioso aiuto dall’ippocastano
Sta per giungere l’estate e con essa il gran caldo, ma per chi soffre di vene varicose e capillari fragili arrivano anche i problemi, dato che il calore può complicare, e non poco, la situazione di chi risente di queste patologie. L’ippocastano (Aesculus hippocastanum) aiuta ad attenuare e a migliorare queste difficoltà. L’albero cresce dalla pianura fino agli 800 metri circa di altitudine ed è imponente, alto fino a 40 metri e dotato di una grande e folta chioma, è originario dell’Europa orientale e fu introdotto in Italia nel XVI secolo, dove oggi viene impiegato a scopo ornamentale nei giardini e nei viali. I suoi frutti (che contengono da uno a quattro semi amarissimi) sono all’interno di ricci spinosi che essendo molto simili alle castagne, vengono chiamati castagne d’India. L’ippocastano in fitoterapia è usato soprattutto per favorire la circolazione sanguigna perché restringe i vasi, attiva la circolazione e favorisce il ritorno venoso, aiutando chi soffre di prostata, alleviando il dolore alle gambe gonfie diminuendone il gonfiore, rinforzando i capillari e sfiammando le emorroidi. Read More
Riscaldamento globale, in caso di disastro provare così
Ogni tanto commento le news che trattano di piante, clima e ambiente, e puntuali come un orologio svizzero non mancano mai le quotidiane e allarmanti notizie sul clima e i suoi repentini mutamenti. Certo, con una cadenza del genere di news tutte più o meno pessimistiche, c’è il rischio che alla fine subentri l’assuefazione e che si faccia un po’ l’abitudine ai continui allarmi ma questa notizia la dice lunga sul rischio potenziale che corriamo e sulle reali possibilità che abbiamo di reagire agli eventi.
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Video, semina di lattuga e cicoria in cassetta
Ieri il macro (l’agricoltura in Italia) oggi il micro (l’orto in balcone), e poi non mi si dica che su questo blog non si spazia tra gli argomenti più disparati!
Torno a scrivere su questo tema perché voglio testare la reale efficacia della coltura in vaso degli ortaggi in uno spazio ristretto come un balcone o un terrazzo. Anche questa volta, come già per i bulbi di aglio, vado sul sicuro, sia come riuscita che come resa, seminando lattughe e cicorie da taglio.
Si possono usare tranquillamente dei normali vasi di plastica o di terracotta (non servono neanche troppo profondi) che hanno però l’unico difetto di offrire poca superficie di coltura essendo piuttosto difficile trovare dei vasi sufficientemente grandi da poter garantire una buona resa. Ho pensato allora di utilizzare delle comuni cassette di plastica, quelle per intendersi usate dal fruttivendolo, che se da un lato pagano pesantentemente da un punto di vista estetico, dall’altro offrono indubbi vantaggi: sono leggere, riutilizzabili e gartantiscono una buona superficie di coltura.
L’Italia e la grande fuga dall’agricoltura: ci salverà la crisi?
Ieri sul quotidiano La Repubblica (nella rete lo trovate qui) è uscito un interessante articolo nel quale Carlo Petrini analizza i dati e la situazione generale dell’agricoltura nel nostro paese facendo emergere un quadro a dir poco sconfortante. Una cifra su tutte: in Italia per ogni under 35 impiegato in agricoltura ci son 12,5 lavoratori over 65! Si stenta a credere a un dato del genere e per rendersi conto della gravità della situazione basta confrontarlo con quanto succede negli altri paesi: in Francia per esempio per ogni under 35 ci sono 1,5 over 65 mentre in Germania la situazione è ancora migliore, addirittura in positivo visto che il rapporto giovani/vecchi è di 0,8. Ora, io non sono uno studioso di numeri, statistiche e previsioni ma delle cifre del genere non possono che portare a una sola conclusione: se le cose rimangono così tra cinque, massimo dieci anni in Italia non ci saranno più contadini!
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Frutta e verdura di stagione: i prodotti di aprile
Dopo aver saltato il mese di marzo torna il post su frutta e verdura di stagione relativo al mese corrente cioè aprile. Colpevolmente saltato, devo esser sincero, perché dopo cinque mesi a consigliare clementine, mandarini, arance e kiwi non ho avuto il coraggio di ripetere per l’ennesima volta il solito elenco dei pochi frutti sopra citati… Ebbene sì, non se ne può più! Certo, grazie al kiwi e agli agrumi (leggi abbondanza di vitamina C), ci siamo difesi piuttosto bene dai raffreddori e dai malanni stagionali ma di un po’ di alternative, specialmente tra la frutta, se ne sente davvero il bisogno. Non fatevi facili illusioni però, se avete deciso di mangiare solo frutta e verdura di stagione, anche per questo mese dovrete sorbirvi arance e kiwi in abbondanza anche se non per molto perché sta arrivando qualche gradita e gustosissima novità.
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Frutta secca, toccasana per cuore e arterie
Noci, nocciole, mandorle, arachidi, chiamati un tempo “alimenti poveri”, oggi vengono rivalutati da nutrizionisti e medici che ne suggeriscono il consumo giornaliero dato il loro effettivo toccasana per il cuore, le arterie e per le altre patologie vascolari. La frutta secca è poverissima di acqua ma ricca di proteine vegetali (tanto da essere indicata dai vegani, insieme ai legumi, come alternativa alla carne rossa), vitamine, sali minerali, grassi fondamentali (monoinsaturi e polinsaturi), fibre e zuccheri. I grassi presenti abbassano i livelli del colesterolo e riducono il rischio di aterosclerosi e di cardiopatie.
La frutta secca si potrebbe dividere in due categorie: quella lipidica, propriamente detta secca (ricca di grassi benefici e povera di zuccheri cioè di carboidrati) e quella essiccata detta glucidica (ricca di zuccheri e povera di grassi). La frutta secca lipidica comprende i semi di alcune piante come ad esempio arachidi. noci, nocciole, pistacchi, mandorle, noci brasiliane, anacardi, pecan, etc., mentre quella essiccata glucidica comprende prugne, datteri, albicocche, etc. Oggi parliamo delle qualità nutrizionali della prima categoria: la frutta secca lipidica. Read More
Notizie “verdi” del venerdì, tra i soliti allarmi spuntano i negazionisti
Un po’ di notizie, prese in giro, apparse sui media nei giorni scorsi che parlano di piante, stili di vita, clima, ambiente. Come sempre, quando si parla di clima, prevalgono pessimismo e allarmismi e anche se ogni tanto spuntano i negazionisti (questa volta in casa nostra, con tanto di mozione in Senato da parte di alcuni esponenti della maggioranza) tutte le altre notizie riportano rapporti, studi e ricerche che arrivano sempre alla stessa conclusione: cambiare rotta.
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Albero delle melanzane, piante di Solanum torvum crescono (poco)
Ennesima perturbazione carica di pioggia a parte, il grosso del freddo è alle spalle e posso affermare con certezza che le mie due piante di Solanum torvum, le piante che (in teoria) dovrebbero consentirmi di provare a fare l’albero delle melanzane, hanno superato sane e salve l’inverno. Lontane dalle più accoglienti temperature delle regioni meridionali hanno trovato qui in Toscana un clima senz’altro più rigido e farle sopravvivere non era affatto scontato. Questo è già un buon risultato ma l’innesto che le renderà la base per la melanzana è ancora molto lontano, ammesso che sia ancora possibile poterlo praticare.
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