Che dire… È passato circa un anno da quando abbiamo iniziato a narrare le nostre avventure tra i filari e quindi il ciclo si può dire concluso. Se qualcuno si stesse chiedendo come sta evolvendo il “vintage” 2008 possiamo dire che dopo un inverno trascorso in un tino d’acciaio è stato appena travasato in damigiane di vetro. Le impressioni visive ed olfattive sono incoraggianti però, almeno per le nostre abitudini, è presto per il consumo.
Bando alle ciance, vediamo cosa sta succedendo nel campo…
Le viti hanno iniziato a germogliare, si sono schiuse le gemme (le poche che hanno superato la nostra sapiente potatura) e i nuovi tralci si stanno sviluppando rapidamente. Siamo a circa dieci centimetri di lunghezza anche se la differenza tra una vigna e un’altra può essere considerevole in funzione di anzianità, esposizione, terreno, nonché delle cure che gli vengono riservate. Iniziano a comparire i primi boccioli per cui è giunto il momento di iniziare a difendersi dalle principali malattie: la peronospora e l’oidio. Per la prima utilizzeremo il rame, mentre per la seconda occorre lo zolfo. Direi che è abbastanza inutile provare ad indicarvi dosi e tempi dato che sono decisamente molto variabili in funzione di molti fattori, non ultimo la vostra propensione al rischio di perdere qualche grappolo o nel peggiore dei casi qualche pianta. Altra variabile molto aleatoria, soprattutto in questi ultimi anni, è la stagione e oltretutto, come spesso accade quando si tratta di agricoltura, è praticamente impossibile mettere tutti d’accordo. L’altro giorno mentre spompettavo allegramente è passato il vicino a ricordarmi che era DECISAMENTE TROPPO PRESTO. Tutto questo nonostante fossi stato appena “deriso” mentre compravo rame e zolfo per il “primo trattamento” dato che, secondo il negoziante, ero già in NETTO RITARDO.
Non fraintendetemi, secondo me questo è uno degli aspetti più divertenti di questa attività per cui con molta umiltà mi sono messo a cercare in rete e ho trovato un’indicazione che mi è parsa molto saggia e facile da seguire. Cito: “Dai primi studi è emerso che le infezioni primarie di P. viticola prendono avvio quando si verificano contemporaneamente tre condizioni: almeno 10°C di temperatura (misurata al mattino), 10 millimetri di pioggia caduti nelle 48 ore e una lunghezza di germogli di almeno 10 centimetri. (“Regola dei tre dieci”, Baldacci, 1947). L’ultima raccomandazione che mi sento di ripetere è quella di evitare trattamenti anticrittogamici dannosi per l’ambiente e per la vostra salute, teniamo bene a mente che il succo dei loro frutti (sperando che sia un buon succo) dovrà andare a riempire i nostri calici.
Come anticipato ci salutiamo (il poco che sappiamo abbiamo cercato di raccontarvelo) con la speranza che possiate aver trascorso qualche momento divertente, almeno quanto abbiamo fatto noi prendendoci cura delle nostre viti.