Domenica, grazie a due carissimi amici che non lo avevano ancora visto, sono tornato a far visita ad un luogo straordinario: il Roseto Botanico “Carla Fineschi” a Cavriglia, Arezzo.
Anche se abito non lontano e lo visito quasi tutti gli anni, ogni occasione è buona per ritornare in un posto unico in Italia. Nato nel 1967 grazie alla passione del Professor Gianfranco Fineschi, luminare della chirurgia, e della moglie Carla (alla cui memoria è dedicato) con il passare degli anni il roseto ha visto crescere il numero delle rose ospitate fino ad oltre 8.000 esemplari disposti in oltre due ettari di giardino.
Organizzate con rigoroso metodo scientifico, le piante occupano precisi spazi che seguono una suddivisione in sezioni, specie, sottospecie e ibridi e hanno tutte un cartellino con sopra ripotato il nome botanico, l’anno di introduzione in Europa e se è possibile produrre ibridi. Il Roseto presenta al suo interno il 6% delle rose botaniche e il 15% di quelle storiche, a dimostrazione dell’altissima qualità scientifica della collezione, tanto da farne un luogo unico nel contesto del nostro paese, capace di attirare ogni anno migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. Questa ricchezza genetica del genere rosa è talmente importante che qui si possono ammirare rose antiche che si ritenevano estinte o che lo sarebbero se non fossero presenti in questo luogo, le piante dalle quali gli ibridatori nel corso del tempo hanno ottenuto le varità di rosa moderna che conosciamo. E proprio la rosa moderna è ovviamente la più rappresentata con più di 6.000 ibridi presenti nel roseto acquisite da ogni parte del mondo.
Non essendoci una guida che illustri più nel dettaglio le caratteristiche storiche e botaniche del giardino, l’organizzazione del roseto consiglia comunque il percorso storico che parte dalle rose antiche per giungere a quelle moderne, rifiorenti, frutto del paziente lavoro dei vecchi ibridatori.
Muniti di macchina fotografica abbiamo imboccato gli innumerevoli sentieri che si snodano all’interno del giardino perdendosi per oltre due ore tra rose di ogni forma, colore e dimensione dopodiché, esausti ma felicissimi, ci siamo ritrovati all’uscita con più di 700 fotografie scattate nel (vano) tentativo di immortalare il maggior numero di rose.
Una volta a casa ho poi provato, per realizzare la galleria fotografica qui presente, a fare una sintesi delle foto ma l’impresa si è rivelata più dura del previsto e allora ho optato per una galleria da record: 100 foto!
Vi lascio quindi alla visione delle immagini non prima di avervi: A) informato che il roseto apre le sue porte dall’inizio di maggio alla fine di giugno (anche se giorni e orari possono variare il relazione alle condizioni climatiche), B) ricordato che le molte foto non possono che darvi una vaga idea della bellezza e dell’importanza del luogo e per questo C) caldamente consigliato di farci un salto, ne vale davvero la pena, non solo per chi ama le rose ma anche e soprattutto per gli appassionati coltivatori del pollice verde, luoghi così magici se ne trovano davvero pochi in giro…
Maggiori info: tel. 055.966638