Negli ultimi tempi moltissima gente, in Italia e nel mondo, sta scoprendo o riscoprendo i benefici e i vantaggi del coltivare un orto e inizia o riprende a farsi le ossa con questo proficuo e benefico passatempo. La tendenza non può che fare piacere perché implicitamente porta a un approccio diverso su temi tutt’altro che secondari come ambiente, consumi e stili di vita e per questo è da favorire e incentivare. Per chi è alle prime armi però, specie se preso dall’entusiasmo tipico dei neofiti, spesso iniziare la coltivazione di un orto da zero può portare a commettere alcuni errori di valutazione che possono compromettere il risultato finale. Senza scendere nel dettaglio di quelli più prettamente colturali (sui quali torneremo in seguito), vediamo quali sono gli errori di approccio più comuni quando si inizia la coltivazione di un orto.
1) Sbagliare scelta e posizionamento degli ortaggi
La prima cosa da considerare qundo si mette in piedi un orto è la posizione del terreno rispetto ai punti cardinali e di conseguenza l’esposizione del suolo alla luce solare. Questa analisi è fondamentale perché se presa in considerazione quando si pianifica l’orto eviterà l’errore piuttosto comune di scegliere ortaggi non adatti alla situazione e/o il posizionamento sbagliato degli ortaggi stessi. Se per esempio il proprio terreno riceve solo poche ore di luce diretta al giorno è un errore coltivarci pomodori e melanzane che necessitano di molto sole ma è preferibile coltivare prevalentemente ortaggi a foglia larga come cavoli e lattughe. Anche la presenza di ostacoli naturali (siepi, alberi ecc) e artificiali (abitazioni, prefabbricati ecc) è da calcolare nel posizionamento delle colture.
2) Mancata valutazione del tipo di terreno
Non sottovalutate mai questo aspetto: il terreno è fondamentale per una buona riuscita delle coltivazioni e se questo è povero di sostanze organiche e microbiologiche difficilmente al momento della raccolta si otterranno risultati soddisfacenti. Importantissimo conoscere anche la granulometria e il tipo di terreno con cui si ha a che fare. Il processo di arricchimento e riequilibrio di un suolo poi non si ottiene in poco tempo ma necessita di alcune stagioni di lavori, aggiunte e concimazioni.
3) Coltivare troppi ortaggi
Questo errore è dovuto spesso all’entusiasmo che prende inevitabilmente tutti coloro che si cimentano per la prima volta con la coltivazione dell’orto. Tranquilli, ci siamo cascati tutti ed è normale, presi dalla frenesia si vorrebbe seminare e piantare di tutto ma è un comportamento da evitare o quantomeno da frenare. All’inizio dell’esperienza di orticoltore invece è importante mantenere una certa dose di umiltà e partire da poche e facili colture con le quali fare le prime esperienze per poi introdurre gradualmente altri ortaggi.
Altro errore molto comune è seminare un ortaggio tutto in una volta, meglio preferire la semina a scalare che permette di prolungare la raccolta nel tempo.
4) Sottostimare la disponibilità di acqua
Per coltivare con successo un orto serve una buona riserva di acqua soprattutto nel periodo più critico dell’estate dove di solito la disponibilità idrica scarseggia. Prima di intraprendere l’esperienza di orticoltore è fondamentale stimare la reale riserva di acqua in relazione al tipo di ortaggi che si vuole coltivare e al loro fabbisogno idrico. L’uso dell’acqua dell’acquedotto nell’orto poi è fortemente sconsigliato, vuoi perché, contrariamente a quanto succede nel resto del mondo (anche negli ultraliberisti Stati Uniti l’acqua è in mano pubblica), da noi hanno pensato bene di privatizzarla rendendola spesso molto onerosa (alla fine dei conti merita comprarli, i pomodori…), e vuoi perché nei periodi nei quali scarseggia usarla per annaffiare l’orto non è proprio il massimo, senza contare il fatto che così facendo in molti comuni si rischiano anche multe salatissime.
5) Sottovalutare l’impegno
Ricordatevi che orto significa anche tempo e fatica e che per ottenere dei risultati soddisfacenti dovrete per forza dedicare a questa attività diverse ore settimanali e in determinati periodi dell’anno una presenza giornaliera. Se poi le dimensioni del terreno sono eccessive l’impresa di mantenerlo potrebbe rivelarsi troppo dispendiosa per quanto riguarda l’energie fisiche col rischio reale di trascurare le colture e ottenere alla fine solo un pugno di mosche. Qui ritorna di fatto il consiglio del punto 3: meglio partire con una piccola porzione di terreno ed espandersi un poco alla volta man mano che si accumula esperienza.