Quest’anno il mio piccolo prato è uscito particolarmente malridotto dall’estate: dopo un periodo tardo-primaverile di abbondante (forse troppa) piovisità, i mesi estivi si sono rivelati, come sempre negli ultimi anni, particolarmente caldi e soprattutto pressoché privi di precipitazioni. Da parte mia poi, vuoi per i troppi impegni vuoi per pigrizia, non ho certo brillato per una particolare cura nei suoi confronti con il risultato che il tappeto erboso ha sofferto un po’ la stagione mostrando zone danneggiate e diradate. Non dispero però, perché prima dell’arrivo dell’inverno c’è tutto il tempo per rimettere il prato in sesto.
In questo periodo infatti, complici le prime piogge autunnali, il manto erboso riprende l’attività vegetativa ai ritmi molto simili a quelli primaverili. La ripresa è dovuta, oltre alla disponibilità di acqua, all’abbassamento delle temperature che in questi mesi raggiungono una media vicina a quella ideale per la crescita della maggior parte dei tipi di erba usati comunemente nei giardini. Visto che ci sono le condizioni ottimali per rimetterlo in forma ecco in sintesi cosa fare al prato tra settembre e ottobre.
Concimazione
Per alimentare e quindi favorire la crescita del manto erboso entro la fine di settembre, inizio ottobre, è bene concimare il prato con un concime con alto tenore di azoto, senza però scordare gli altri macroelementi, diciamo che l’ideale è un 20-10-10 o rapporti simili.
Taglio
Visto che il ritmo di crescita torna a essere simile a quello primaverile, anche la frequenza di taglio deve tornare a essere di conseguenza uguale a quella dei mesi di marzo e aprile e cioè un taglio ogni 7-10 giorni per passare, il prossimo mese, a 15 giorni. È bene no farsi prendere dalla pigrizia perché per mantenere in perfetta forma il prato occorre tenerlo costantemente alla giusta altezza, specialmente nei periodi di crescita attiva.
Trasemina
Se, come nel mio caso, il manto erboso presenta delle zone diradate o danneggiate, questo è in assoluto il momento migliore per effettuare la trasemina. L’operazione deve essere effettuata entro la fine del mese o al massimo nella prima settimana di ottobre per sfruttare al meglio le condizioni ottimali del periodo e ottenere una crescita rapida della vegetazione.
Scarificatura
In questi mesi è doveroso anche togliere l’inevitabile strato di feltro che si è sicuramente formato sul nostro prato. È un misto di foglie, germogli, parti secche, residui dei tagli ecc e la sua presenza non è salutare per l’erba perché tra le altre cose rende il terreno imermiabile compromettendo la salute del prato. Per un approfondire il tema vi rimando al post specifico sull’argomento.
Carotatura
Oltra alla scarificatura in questa fase può essere necessaria anche un’altra operazione ovvero la carotatura. In tutti quei terreni particolarmente duri o pressati da frequenti calpestamenti la carotatura è forse l’unico lavoro in grado di assicurare il giusto drenaggio al suolo scongiurando così il ristagno dell’acqua e i conseguenti gravi problemi che questo può causare all’erba, specialmente al suo apparato radicale. Come dice il nome per carotatura si intente l’asportazione, mediante macchine o strumenti manuali, di carote di terreno che vanno poi rimosse dal prato. I buchi così ottenuti vanno poi riempiti di sabbia perché non si richiudano e al contempo permettano all’acqua di deflurire (cosa che la sabbia permette). Anche se non ha la stessa efficacia della carotatura, quest’ultima può essere sostituita con la semplice foratura del terreno, effettuabile anche con un semplice forcone.
Foto di selva