La capacità delle piante di assorbire le sostanze dall’atmosfera è nota da tempo e anche questo blog, nel suo piccolo, ne ha parlato. Ora però vengo a conoscenza dell’esistenza di un marchingegno che sfrutta al meglio questa caratteristica riuscendo addirittura a potenziarla: il suo nome è ANDREA ed è un purificatore d’aria che al posto dei filtri usa… le piante!
La geniale idea è venuta al progettista francese Mathieu Lehanneur e al professor David Edwards della Harvard University che hanno sperimentato un sistema di filtrazione che usa le piante per purificare l’aria all’interno degli edifici e dopo 2 anni di sviluppo sono pronti per uscire sul mercato.
ANDREA si può definire grossolanamente come una pianta ospitata in una elegante microserra dotata di un ventilatore che convoglia al suo interno l’aria delle abitazioni. Questo meccanismo fa sì che si amplifichi la naturale capacità di alcune piante di assorbire e metabolizzare i prodotti chimici (spesso nocivi) dispersi nell’aria.
Quando è in funzione ANDREA aspira continuamente aria e la sottopone a 3 filtri naturali ovvero alle foglie della pianta, alle sue radici e a una vaschetta di acqua posta alla base del purificatore, prima di restituirla purificata nella stanza; la sua efficacia è in grado di migliorare la qualità dell’aria in uno spazio di circa 40 metri quadri. Da tenere presente che al suo interno non ci sono filtri da pulire e la manutenzione di solito si limita all’annaffiatura della pianta, lavoro che verrebbe compiuto comunque. Ma l’aspetto più interessante è senz’altro la possibilità di interscambiare vari tipi di piante, a seconda anche dei veleni presenti nei locali. Se si desidera ad esempio assorbire benzene si userà lo Spathiphyllum, oppure se il problema è la formaldeide l’ideale sarà l’impiego della Dracaena marginata, mentre l’utilizzo della Chlorophytum comosum abbatterà del 95% la presenza del monossido di carbonio e l’Aloe vera assorbirà il toluene e lo xilene.
Insomma l’idea sembra davvero interessante e dovrebbe entrare in commercio in questo mese ma prima di spendere la cifra indicata (si parla di 200 dollari, non proprio pochissimo…), si tratta solo di capire la reale efficacia di questo purificatore naturale, che non si riduca cioè ad essere unicamente un bell’oggetto di design (è stato esposto al MoMA) e che non scarichi tutto il lavoro sporco (è proprio il caso di dirlo…) sulle spalle delle povere piante…
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Linda