La curcuma (Curcuma longa L.) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Zingiberacee, cui fa parte anche lo zenzero, dalla radice di colore giallo, originaria dell’Asia meridionale, in particolare dell’India. I fiori sono a spiga, bianchi o gialli, ed è l’ingrediente principale del curry indiano. La parte usata in fitoterapia è il rizoma che contiene curcuminoidi (curcumina, demetossicurcumina e bisdemetossicurcumina), amidi, fibre, olio essenziale, ricco in derivati terpenici, e flavonoidi. Questi estratti presentano attività antinfiammatoria, antiossidante e immunostimolante.Le proprietà della curcuma la rendono perfetta per combattere i radicali liberi; ha una azione antinfiammatoria se si è in presenza di artrite e serve per alleviare le infiammazioni digestive perché stimola la secrezione biliare favorendo la digestione dei grassi. Ha una funzione epatoprotettiva se il fegato è esposto a farmaci o ad abuso di alcol, ed è utile per trattare le coliche biliari, le colicististi e l’ittero. I pregi salutistici della curcuma sono innumerevoli e confermati dalla ricerca scientifica. La curcuma, come lo zenzero aiuta a ridurre il colesterolo nel sangue, e a prevenire la formazione di emboli che potrebbero portare a malattie mortali come attacchi cardiaci e ictus. Bisogna fare attenzione nelle persone con problematiche legate alla coagulazione del sangue (fondamentale, come sempre, consultare il proprio medico curante). Studi recenti statunitensi hanno provato che la radice gialla frena la crescita del melanoma e favorisce l’apoptosi, cioè la morte delle cellule tumorali. Altri esami condotti da ricercatori italiani del Cnr di Catania, Università di Catania, Università di Pavia e ricercatori statunitensi del New York Chemical College hanno confermato la capacità dei suoi antiossidanti nel contrastare lo sviluppo di disordini neurodegenerativi legati all’invecchiamento del cervello, tipo l’Alzheimer. Come dicevo in precedenza il miglior pregio della curcuma è la sua azione antinfiammatoria, mentre le indicazioni più comuni sono rappresentate da dispepsia funzionale, calcolosi della colecisti, dispepsia biliare, epatopatie croniche e malattie degenerative croniche. Non ci sono controindicazioni se non per l’ipersensibilità accertata verso il prodotto. Attenzione che alti dosaggi di curcuma possono dare i cosidetti “bruciori di stomaco” e aumentare i disturbi dovuti alla presenza di ulcera peptica. In cosmesi la curcuma è usata nella formulazione di prodotti solari, antirughe, purificanti della pelle, antiforfora e lenitivi.
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