Sabato mattina consueto controllino alla miniserra e alle piante in lei custodite. Da lontano noto subito che su di un esemplare di Solanum torvum svetta una macchiolina bianca. Incuriosito dalla cosa mi avvicino e con mia grande sorpresa che ti trovo? quello che non mi aspetto: la pianta in questione, contrariamente a ogni aspettativa, ha visto bene di fiorire!
All’iniziale euforia mista a contentezza (che volete, ci tengo alle mie creature…) è subentrato subito un paio di riflessioni sul perché di questo inatteso fuori programma e sui motivi che lo hanno favorito.
La prima riflessione, la più ovvia, riguarda questo clima ormai impazzito. Sarò ripetitivo fino alla nausea ma le temperature medie di questo novembre sono a mio parere molto inquietanti. Purtroppo diversi lustri gravano ormai sulle mie spalle e, per quel che mi ricordo, mai e poi mai ho attraversato un novembre così mite, durante il quale non ho quasi mai indossato un giacchetto (se non la sera) e arrivando addirittura, nel mezzo del giorno, a considerare le maniche lunghe una copertura eccessiva. È ovvio che prendere il proprio giardino di casa come riferimento del clima globale ha una valenza scientifica meno che ridicola ma il guaio è che la tendenza al rialzo delle temperature riguarda più o meno tutto il nostro Paese: se controllate le tabelle pubblicate sul forum di WPS Meteo (aggiornate alla metà del mese) noterete subito con un colpo d’occhio che il rosso (leggi: temperature sopra la media) la fa da padrone confermando che tutta la penisola ha attraversato un novembre ben oltre le medie stagionali. Ora la perturbazione che sta interessando l’Italia riporterà (forse) le temperature entro oscillazioni più in linea con le medie degli anni precedenti (c’è pure chi sostiene che l’inverno sarà rigido…) ma al mio esemplare di S. torvum il mese appena trascorso deve aver confuso un po’ le idee: troppo presto confinata dentro alle accoglienti pareti di policarbonato, la pianta ha scambiato il clima mite per una primavera anticipata dando così il via a una fioritura che dubito porterà in fondo.
La seconda ipotesi mi coinvolge direttamente e mi fa dubitare della bontà delle mie cure. Giunte in Toscana ormai più di un anno fa, le piante che Francesco mi ha generosamente donato hanno nei mesi successivi quasi arrestato la loro crescita (vuoi per il cambio di clima, vuoi per le mie “attenzioni”), con il risultato che, giunte a primavera, non ho potuto/voluto metterle a dimora per via delle loro esigue dimensioni costringendole, almeno fino ad aprile/maggio 2010, a vivere nell’angusto e limitato spazio di un vaso di plastica. Ho provato a fargliela pesare il meno possibile, nutrendole in modo naturale e non facendo mai mancare loro una abbondante e quotidiana dose di acqua, ma niente, sembra proprio che le piante non l’abbiano presa benissimo perdendo un po’ il bandolo della matassa e favorendo una fioritura fuori stagione. Ammesso che lo sia, fuori stagione, perché la mia esperienza con queste piante non è che all’inizio e non escludo che fiorire ora possa rientrare nella norma anche se non credo proprio che sia così, almeno a queste latitudini.
Può darsi pure che ci sia una teza ipotesi, ovvero un misto tra stagione pazza e cure sbagliate ma tant’è, la pianta è in fiore e vedremo cosa succede. Questa potenzialmente potrebbe essere anche una buona notizia per tutti coloro che hanno fatto richiesta dei semi di S. torvum. Colgo l’occasione per ricordare, anche a chi ha scritto ultimamente, che i semi di Giuseppe sono purtroppo finiti da tempo e non so se gli amici del sud avranno ancora la disponibilità e/o la voglia di condividerli con tutti noi, ma se il mio esemplare riesce a portare in fondo la sua opera può darsi che tra un po’ di tempo ci sia qualche seme da regalare. Non illudetevi troppo però, anche se la speranza è l’ultima a morire non è il caso di farci la bocca: oggi è il primo dicembre, e da qui alla bella stagione c’è un’eternità per credere (e non sperare!) che questo clima duri così a lungo.