La liquirizia è una sostanza aromatica estratta dalle radici della Glycyrrhiza glabra L., una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle leguminose originaria dell’Asia e dell’Europa meridionale. Il nome deriva dal greco glykys (dolce), e rhiza (radice). Pare che nell’antica Grecia due famosi medici, Ippocrate e Galeno, la usassero per la cura della tosse, per le coliche renali ed epatiche e per i bruciori allo stomaco.
La liquirizia può raggiungere il metro e mezzo di altezza e le sue foglie sono imparipennate, costituite da una serie di foglioline più piccole ovali, da 9 a 15, opposte a due a due; i fiori sono azzurro-violacei, mentre il frutto, lungo circa 2 cm, è di di colore scuro con pochi semi. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le radici (rizomi). I costituenti principali sono la glicirrizina, una saponina triterpenica costituita da sali di calcio e di ammonio dell’acido glicirrizico, altre saponine (glabranina, glicirretolo ecc.), flavonoidi (liquiritigenina e i suoi glucosidi), cumarine e fitosteroli.
Il principio attivo più importante della pianta è rappresentato dalla glicirrizina (cinquanta volte più dolce del saccarosio), una saponina concentrata soprattutto nelle parti legnose della pianta, che attraverso l’idrolisi libera l‘acido glicitterico, potente antinfiammatorio. Per questo la liquirizia è indicata nei trattamenti contro l’ulcera. Inoltre l’acido glicirretico rallenta nel fegato un enzima responsabile della regolazione del metabolismo cortisonico, e per questo alte dosi di liquirizia creano scompensi fra i minerali, con ritenzione di sodio e perdita di potassio, aumentando la pressione.
L’assunzione della liquirizia è sconsigliata dunque ai soggetti ipertesi. Essa possiede proprietà digestive, è un ottimo dissetante ed emolliente, e come tale, viene usata come sedativo della tosse e come espettorante, inoltre è leggermente lassativa. Ma come dicevo poco prima, la principale proprietà degli estratti di radice di liquirizia è la sua attività citoprotettiva, antinfiammatoria e cicatrizzante sulla mucosa gastrica e duodenale. Tutto questo è dovuto in particolar modo alla glicirrizina, che agisce sia per contatto diretto con la lesione, sia per stimolo indiretto sulla produzione di muco da parte delle cellule della parete gastrica. La liquirizia è molto indicata nella prevenzione e nella cura delle ulcere gastriche e duodenali, nelle gastriti e nelle ulcere da farmaci (FANS, cortisonici). Alcune ricerche hanno mostrato la capacità dell’acido glicirrizico di bloccare la crescita dell’herpes, ma non solo, la glicirrizina sembra bloccare l’ingresso e la replicazione del virus nelle cellule in alcune patologie polmonari. Inoltre la glicirrizina riduce il rischio di cancerizzazione dell’epatite da virus C. I flavonoidi contenuti nel rizoma sono dei potenti antiossidanti e combattono i radicali liberi, favorendo la salute delle cellule e mantenendo un corpo sano. Attenzione agli effetti collaterali perchè a causa della reduttasi epatica si può avere ipopotassiemia, ritenzione di sodio e QUINDI ipertensione arteriosa. Sono stati descritti anche numerosi casi di rabdomiolisi e miopatie da ipopotassiemia per abuso di liquirizia. Sconsigliata agli ipertesi, alle donne in stato di gravidanza o che allattano, a chi soffre di ritenzione idrica e ai malati di diabete. La radice essiccata è indicata per la preparazione di tisane, essendo ottima anche come dolcificante.
Un consiglio per cercare di ridurre i bruciori gastrici: usare 5 grammi di liquirizia e 3 grammi di foglia di altea in 300 cc di acqua, far bollire per circa 7 minuti, filtrare e assumere 2 volte al giorno.
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