Il cece (Cicer arietinum) è una pianta erbacea della famiglia delle Fabaceae. I suoi semi si chiamano ceci e sono legumi come la soia, i fagioli e le lenticchie. La pianta ha un fusto peloso con altezza variabile tra 20 e 50 cm. Le foglie opposte, sono composte da foglioline dentate, i fiori sono bianchi, rosei o rossi, mentre i semi, contenuti in numero di 2-3 nei baccelli, sono il prodotto commestibile. I ceci secchi devono essere tenuti in ammollo per un periodo che può variare dalle 8 ore per i ceci essiccati da pochi mesi, alle 24 ore per i ceci di un anno; la cottura invece necessita di almeno 3 ore a fuoco basso, perché devono essere ben cotti per digerirli meglio. Devo dire che a mio parere fra tutti i legumi, i ceci si distinguono per la loro bontà, sia come ottimo contorno sia come deliziosa “vellutata”. A questo proposito, aspetto con ansia su Florablog la ricetta della “vellutata di ceci” di Luisa, dato che conosco quanto sia gustosa.
La pianta proviene dall’Oriente, probabilmente dalla Turchia, ed è coltivata da moltissimo tempo nei paesi mediterranei. Gli antichi Romani la conoscevano bene tanto che PARE contribuirono a dare il nome a Cicerone per via del neo a forma di cecio che aveva sul naso. Altri sostengono che sia stato un antenato di Cicerone ad avere sul naso il neo e da qui il nome. Comunque, a parte queste notiziole di gossip antico-romano, tornando all’argomento principale, diciamo che i semi vengono raccolti nei mesi estivi, ma non si usano freschi; vengono dunque essiccati per poterli consumare tutto l’anno. Questa pianta è poco coltivata in Italia, e i ceci che si trovano sui nostri mercati vengono per lo più importati dall’Asia. Addirittura, qui da noi, fino a circa trent’anni fa, erano apprezzati solo da chi viveva in campagna.
Per quanto siano squisiti questi legumi possiedono anche diversi principi nutritivi fra i quali si distinguono proteine (circa 20% per 100 gr.), aminoacidi, calcio, fosforo, potassio, sodio, magnesio e ferro, inoltre sono ricchi di fibre 21 ,5 per 100 gr.), vitamine (A, B1, B2, B6, Acido folico, C.), carboidrati, ma per fortuna contengono pochi grassi (4-5 per 100 gr.).Particolarmente ricchi di carboidrati (circa il 55% per 100 gr.) e proteine, che come dicevo prima, ammontano mediamente ad un 20%, i ceci sono un alimento altamente energetico, mentre le fibre sono indispensabili nella regolazione delle funzioni intestinali e nel controllo dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue. A dimostrare le proprietà anticolesterolo dei ceci ci sono diversi studi, in particolare quello di uno studio scientifico apparso sulla rivista ”Annals of Nutrition and Metabolism” e svolto dalla dottoressa Madeleine J. Ball della School of Human Life Sciences, University of Tasmania (Australia). Dalle analisi effettuate sul sangue dei pazienti al termine della prova si è potuto vedere come coloro che avevano mangiato i ceci avessero livelli di colesterolo totale più bassi del 3,9%, mentre il colesterolo Ldl (quello cattivo) calava del 4,6%.
Un altro importante particolare è la presenza di acido folico (appartenente alle vitamine B) che contribuisce ad abbassare i livelli di omocisteina, un amminoacido che, purtroppo, quando è troppo alto può costituire un fattore di rischio per infarto, ictus e per patologie arteriose periferiche. Anche il magnesio migliora la circolazione del sangue e apporta maggior ossigeno e sostanze nutritive alle cellule; infatti, quando questo minerale scarseggia, si rischia con più probabilità di andare incontro a infarto. I ceci contengono anche i famosi grassi polinsaturi omega3, tanto importanti per prevenire l’ipertensione e per abbassare i livelli dei trigliceridi.
Dunque questo legume è squisito, fa bene e oltretutto il suo costo è relativamente basso, ecco tre buoni motivi per portarlo nelle nostre tavole.
Foto di balise42