L’Iris è un genere composto da erbacee perenni appartenenti alla famiglia della Iridaceae e comprende circa 200 specie. È molto diffuso in Europa e cresce spontaneamente anche in diverse regioni nella nostra Penisola; chiamato anche giaggiolo o giaggiuolo o Giglio di Santa Cateriana, è il simbolo di una delle città più famose del mondo, la bellissima Firenze, erroneamente chiamata dagli stessi fiorentini, il Giglio Fiorentino, non sapendo probabilmente che invece si tratta di un’ Iris. Sembra che la coltivazione e l’uso di questa pianta risalga a tempi antichi, prima gli egizi e poi greci e romani la coltivarono per le proprietà medicinali e per la profumeria. A Firenze nel secolo XVIIII veniva impiegata industrialmente nell’Officina di Santa Maria Novella per la creazione di profumi; le migliori qualità di Iris venivano prodotte nel Chianti e ancora oggi in queste zone le troviamo fiorite su pendii e greppi e caratterizzano, insieme ad olivi e viti, questo splendido paesaggio.
Le specie coltivate a scopo ornamentale sono sostanzialmente due, le Iris rizomatose e le bulbose.
Le prime hanno rizomi che devono essere interrati a poca profondità, le foglie sono a forma di spada e i fiori si ergono su un fusto ramificato con sei appendici, delle quali tre sono erette e tre sono rivolte verso il basso. Si riproducono per divisione dei rizomi da eseguire dopo 5/6 anni; gli stessi devono essere sistemati a distanza di 40/50 cm l’uno dall’altro e devono presentare foglie nuove in modo tale da avere una fioritura per la stagione successiva. A seconda del clima le Iris hanno periodi di riposo diversi, pertanto al nord questa operazione deve essere effettuata in autunno, mentre al sud in estate. Rizomata è l’I. germanica che comprende molte varietà fra cui quella fiorentina, caratterizzata da fiori bianchi e sfumature azzurre con altezza di circa 40/50 cm, l’I. Napoleone con altezza di circa un metro con colore nero-rossastro e l’I. Falterona con altezza di cm. 60 color lavanda.
Un ibrido di particolare interesse derivato dall’incrocio con l’I.germanica e l’I. Pumila è l’Iris nana dall’altezza di 20/30 cm, adatta ai giardini rocciosi ma anche alla coltivazione in vaso, le cui varietà hanno colori che vanno dal bianco, al giallo al rosso e all’azzurro. Sia i fiori che i rizomi delle varietà sopra descritte sono profumati.
Le Iris bulbose, a differenza delle rizomate, hanno tre delle sei appendici del fiore allargate verso l’esterno ma non ripiegate verso il basso. Le più diffuse sono l’I. angelica e l’I. hispanica; i bulbi dopo la fioritura possono essere lasciati a dimora. Generalmente vengono coltivate industrialmente per la produzione di fiori recisi e poco coltivate nei giardini.
La coltivazione delle Iris è piuttosto facile, purchè si scelgano le più adatte al clima della zona in cui viviamo, anche se la maggioranza, nella nostra Penisola, non ha bisogno di grossi accorgimenti.
In generale le Iris vanno coltivate in zone soleggiate o semiombreggiate; il terreno ideale è fresco, argilloso-calcareo, ma si adatta piuttosto bene a tutti i tipi di terreno. Se vivete in zone con inverni particolarmente freddi, coprite il terreno con torba e foglie.
I rizomi mantengono il loro particolare profumo anche dopo molto tempo dall’essiccazione e in passato la polvere veniva utilizzata per profumare la biancheria e per lavarsi. Vi era poi un impiego farmaceutico per le proprietà diuretiche, espettoranti ed emollienti ma questo argomento, se avrà tempo e voglia, lo lascio a Franco.
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