Nuova puntata della soap opera “Un posto nel semenzaio” dove si narra delle ultime rifiniture prima e della semina poi, si racconta dell’esperienze passate e si registra il lieto evento delle prime nascite.
Ironia sulla serialità a parte, torno volentieri sull’argomento perché vorrei condividere la mia esperienza con l’autoproduzione delle piante da orto che, giunta al secondo anno, può essere di aiuto, a chi si cimenta per la prima con un semenzaio, a evitare gli errori che io ho commesso nella passata stagione.
Sistemato uno strato di 15-20 cm di terriccio e trascorsa una settimana, tempo utile nel quale il letame innesca il processo che genera calore, ho dato il via alle danze e, con l’indispensabile aiuto di Beppe, ho cominciato “la semina 2010”.
Dicevo dell’esperienza maturata il primo anno con il semenzaio e degli errori da evitare che sono essenzialmente due: il numero di piante seminate e la loro catalogazione.
Un anno fa, preso dall’entusiasmo per l’esperimento, mi sono fatto prendere la mano e ho seminato una quantità di ortaggi che andava, non solo ben oltre le effettive richieste, ma anche al di là del semplice buon senso. Risultato: mi sono dovuto raccomandare a destra e a manca per trovare gente disposta a coltivare piante di pomodoro (la maggior parte), zucchine, cetrioli e quant’altro.
Quest’anno invece ho fatto tesoro degli errori e ho raccolto con maggiore precisione il numero di piante che servono a me e agli amici, aggiungendo un 10% in più per sicurezza, nel caso la fertilità dei semi non risultasse il massimo. E poi ho puntato sulla qualità e sulla rarità. In questa prima tornata ho infatti seminato – oltre alle due o tre tipi di zucchine (ortaggio molto gettonato), cetrioli, cocomeri, meloni, peperoni ecc. – un discreto numero di varietà di pomodori, caratterizzato soprattutto dalla rarità: accanto ai già sperimentati (con successo) ciliegini, datterini, pomodoro di pachino, cuore di bue, tondo nano e altre affermate cultivar, ho seminato anche 6 tipi di pomodori davvero inusuali che ho acquistato da Claudio Nasi durante l’edizione di Murabilia dello scorso settembre. In quell’occasione ho avuto il piacere di conoscere Claudio che è un grande appassionato nonché grande esperto di piante e che da molti anni, tra le altre, colleziona semi di ortaggi rari e dimenticati, in prevalenza fagioli e pomodori, allo scopo di mantenere in vita e reintrodurre quelle varietà un tempo molto conosciute ma che oggi rischiano di sparire sostituite da un numero esiguo di piante, magari più produttive ma spesso inferiori per sapore e bontà.
L’altro errore da evitare è quello di non catalogare con sufficiente precisione le piante seminate. Non prendetela sotto gamba perché è impossibile tenere traccia degli ortaggi se non ci si organizza al meglio. L’anno scorso per esempio ho improvvisato alla meno peggio delle etichette con dei semplici post-it senza calcolare che dopo poche annaffiature si sono quasi del tutto scoloriti lasciandomi di fatto in preda al caos più totale. Anche qui il risultato non è stato dei migliori e anzi ho rischiato più di una volta l’incidente diplomatico. Alcuni dei destinatari delle piante mi avevano intimato di non portargli i ciliegini, a loro poco simpatici, ma altre varietà di pomodori. Con le etichette completamente saltate però ho fatto un po’ di confusione mischiando i vasi e consegnando proprio a chi non li voleva alcune piante dei ciliegini. Apriti cielo! non sto a dirvi le reprimende che mi sono cuccato per gli scambi ma anche qui ho fatto tesoro dell’esperienza e mi sono organizzato procurandomi le apposite etichette e la furia tassonomica ha preso il sopravvento: adesso ogni vaso, anche il più piccolo, ha la sua etichetta con su scritto, con un pennarello indelebile, il nome della pianta.
In conclusione riassumo:
• non fatevi prendere dal fanatismo e seminate un numero congruo di ortaggi (magari lasciandosi la possibilità di ripetere la semina qualora il numero di piante nate non fosse sufficiente)
• catalogate in modo chiaro e permanente (occhio all’acqua…) i vostri vasi per non confodere le piante e trovarsi poi a fare i conti co le spiacevoli conseguenze.
Intanto il semenzaio non sta certo ad aspettare è dopo una settimana sono spuntate le prime piante che, come sempre, sono le zucchine, vere e proprie campionesse di velocità ma sono già nati anche i cetrioli e qualche esemplare di pomodoro.
Alla prossima puntata.