Anno difficile questo, per chi coltiva l’orto. Almeno dalle mie parti ma, a giudicare da quel che si sente dire dai media, tale destino è comune a molte zone del centro e del nord Italia. Ieri per esempio una minima di poco più di 10 gradi ha preannunciato un’altra, l’ennesima, giornata di brutto tempo che è poi proseguita con pioggia incessante fino a tarda sera e un freddo che non ti aspetti, almeno non nel giorno del solstizio d’estate…
Nonostante i problemi che un tempo metereologico come questo comporta, piano piano si riesce a entrare nell’orto dove gli ortaggi, tra mille difficoltà, cercano anche quest’anno di fare il loro dovere di crescere prima e produrre i loro frutti poi. Tra i vari lavori di questo periodo, che vanno ad accumularsi con quelli rimandati nelle settimane precedenti, c’è senz’altro quello di assicurare dei tutori e dei sostegni a determinate piante per consentire loro di crescere al meglio.
Nell’orto ci si misura con piante che sviluppano nei modi più disparati: si ha a che fare con piante che crescono come rampicanti (per esempio alcune varietà di fagioli), come prostrate (il cetriolo) oppure con fusto eretto e spesso capita anche di prendersi cura di ortaggi che crescono molto in altezza e/o che hanno fusti fondamentalmente gracili specie quando, una volta che le piante hanno raggiunto la maturazione, devono sorreggere il peso spesso non trascurabile dei frutti.
In tutti questi casi è consigliato usare dei sostegni e dei tutori essenzialmente per due motivi:
- tramite l’utilizzo dei sostegni si evita ai fusti e ai frutti delle piante il contatto con il terreno che può favorire l’insorgenza di problemi come il marciume;
- sviluppando in altezza le piante sono esposte in modo uniforme all’aria e al sole facilitando così una migliore crescita e maturazione dei frutti.
I sostegni più usati per le piante dell’orto sono due e sono le frasche e i pali.
Nel primo caso si usano le potature d’albero e si scelgono quelle il più possibile ramificate. Questa tecnica è molto usata per le piante rampicanti come il fagiolo che nei rami fitti trovano un supporto ideale sul quale ancorarsi (foto sotto).
Le frasche vanno poste il più vicino possibile alle piante e vanno interrate profonde per renderle ben stabili visto che, non avendo un grosso diametro, non sono molto robuste.
Per evitare che il loro posizionamento vada a disturbare una pianta troppo cresciuta è consigliabile interrarle il prima possibile, meglio se in contemporanea con la messa a dimora dell’ortaggio. Anche il cetriolo si trova bene a crescere a ridosso delle frasche che gli danno un’ampia superficie sulla quale crescere (foto sotto).
L’altro metodo principale per assicurare un tutore alle piante è quello ottenuto utilizzando i pali. Questi ultimi possono essere ricavati dagli alberi presenti sul territorio oppure acquistati presso i negozi specializzati, nei vivai o nei garden center: il loro principale pregio è quello di assicurare una notevole robustezza e stabilità mentre di contro risultano pesi e poco maneggievoli.
Il materiale migliore per ottenere i sostegni è pero il bambù. Le canne infatti risultano molto robuste ma possiedono anche una certa elasticità che le rende facilmente adattabili alle varie situazione ed essendo vuote all’interno sono anche molto leggere. In più, la parte finale del bambù è di solito più fine e sufficientemente ramificata da essere utilizzata al posto delle frasche (foto sotto)
Di legno o di bambù che siano i pali vengono utilizzati principalmente per dare un sostegno ai pomodori. Nelle colture intensive questa pianta viene di solito lasciata crescere per terra ma nella stragrande maggioranza degli orti domestici il pomodoro è fatto crescere in verticale grazie all’ausilio del sostegno dei pali.
Di solito si piazzano i pali il più vicino possibile alle piante e si rinforzano tra di loro sistemandone altri, orizzontali rispetto al terreno che vengono legati ai montanti per dare una maggiore stabilità alla struttura. Non sottovalutate questo aspetto: una volta che i pomodori sono in produzione, tra vegetazione e frutti maturi il peso da sostenere non sarà poco e la struttura dovrà essere il più solida possibile, capace di resistere anche a un forte vento.
Un altro espediente per rinforzare il sostegno consiste nel sistemare i pali come se fossero delle tende indiane, inclinandoli e legando le estremità come si vede nella foto sottostante.
Anche nel caso di utilizzo dei pali si dovranno sistemare il prima possibile per non danneggiare in un secondo momento l’apperato radicale delle piante e quindi la loro crescita.
L’utilizzo di tutori è consigliato anche per alcune piante a portamento dritto come per esempio i peperoni (sopra) e le melanzane (sotto) che hanno un fusto non particolarmente robusto che rischia di danneggiarsi seriamente quando frutti grandi e abbastanza pesanti come peperoni e melanzane vanno a gravare su di lui.
Va ricordato infine che in commercio esistono molte soluzioni basate su pali realizzati in materiali plastici o in metallo plastificato che una volta piazzati sorreggono fili e reti anch’esse di plastica e che vanno di fatto a sostituire legno e bambù. Sono leggeri, solidi e durano quasi all’infinito ma io consiglio vivamente di utilizzare in primis quello che offre la natura: sarà meno leggero, maneggievole e pratico ma è comunque funzionale e, a differenza della plastica, si ricicla è non ha nessun impatto per l’ambiente.