Bacche di Goji (Lycium barbarum) - Foto di Antonio Tajuelo - Flickr
Da un po’ di tempo a questa parte non faccio che sentir parlare di una pianta originaria della Cina chiamata comunemente Goji. Il motivo di tanta celebrità deriva dall’interesse che si è scatenato intorno al suo frutto, una bacca, che contiene la più alta concentrazione di antiossidanti presente in natura, tanto che chi studia la materia sta riscrivendo le tabelle del test ORAC. Per chi non sapesse cos’è questo test, ORAC è l’acronimo di Oxygen Radicals Absorbance Capacity ovvero la Capacità di Assorbimento dei Radicali dell’Ossigeno e, detto in soldoni, misura la capacità antiossidante dei vari alimenti. Di questo test ne ha parlato anche Franco dedicandogli post ma proponendo una classifica non aggiornata e priva dei valori del Goji. Visto che l’esperto dell’argomento è momentaneamente indisponibile (rimettiti in forma, grande Franco!) ho deciso di scoprire un po’ di più su questa pianta e ho per questo contattato un lettore, Marco Tacconi, che ha acquistato il Goji in occasione di Orticola, per farmi raccontare la sua esperienza con questa pianta. Prima di vedere cosa dice Marco in proposito vediamo però quel poco che so sul Goji.

Lycium barbarum è una specie appartenente alla famiglia delle Solanacee nativa della Cina, ma ampiamente introdotta e naturalizzata in Europa. Si tratta di un arbusto con foglie oblunghe, intere e piuttosto spesse e che produce fiori viola; il frutto è una bacca carnosa ovoidale di colore rosso o arancione. Su Flickr ho trovato questo bel montaggio realizzato da K. Gertrud relativo ai fiori e alle bacche del Goji.

Fiori e bacche di Goji (Lycium barbarum) - Foto di Gertrud K. - Flickr

Come dicevo, non avendola mai vista dal vero ho contattato Marco per farmi un’idea e lui ha gentilmente risposto inviandomi anche le foto che vedete nella galleria. Se leggete la risposta poi capirete che meglio di così non potevo capitare:

Non ne so molto… Le ho viste la prima volta ad Orticola, fiera floristica di Milano, quest’anno!
Ignoravo completamente l’esistenza di questa pianta. I Vivai Edelwaiss avevano uno stand con queste piante che sponsorizzavano. Sono le prime arrivate in Italia. Costavano un po’ (6€) a vasetto. Ce ne sono di 2 varietà. Quella originale e la “Giant” più grossa e vigorosa con foglie più larghe… Dato che sono uno studente universitario di Agraria Milano, sede distaccata di Edolo (BS), e abbiamo allestito un giardino di piante officinali alpine, ci pareva giusto provare con questa nuova specie.
Abbiamo parlato con i venditori e ci siamo resi disponibili per eventuali analisi poichè anche loro non ne sapevano molto.
Ci hanno fornito di una decina di piante e le abbiamo messe a dimora. Sia quelle che ho a casa io (zona Lago Maggiore) che quelle che sono davanti alla sede di Edolo stanno bene. Soffrono un pò l’attacco degli afidi ma, da quello che abbiamo osservato, si può fare a meno di trattarle perchè il danno non è eccessivo.
La varietà originale fiorisce prima mentre la giant stenta e, quella che ho a casa, non riesce a fiorire per ora.
Su internet c’è di tutto a riguardo di queste piante ma bisogna prendere le informazioni con le pinze perchè molti siti sono fatti per sponsorizzare questi frutti.
Molti dati non mi convincono.
Per ora so che sono cespugli, fiori viola semplici e singoli che hanno vita brevissima (1-2gg), sono autofertili dato che il primo fiore che ha fatto era l’unico ed è stato fecondato, il frutto è pendulo e, dovrebbe diventare rosso a maturazione. Pare che i fiori vengano portati su rami giovani ma questo devo verificarlo bene.
Altro non so…. Le analisi sulle bacche le faremo se mai ne vedremo sulle nostre piante universitarie. Quello che è certo è che si vendono bene, si parla anche di 6€ al kg al coltivatore! In inghilterra vanno matti di queste bacche essicate perchè sono convinti che siano una specie di elisir di giovinezza. In himalaya le coltivano come piccoli frutti.
Mi pare di aver scritto tutto ciò che so.
A risentirci.
Marco Tacconi


Da studente universitario qual è Marco mi ha dato una risposta molto interessante e che introduce tra l’altro anche la questione che sta alla base del suo successo, ovvero quella di ritenere le sue bacche una sorta di panacea miracolosa. Pur non ressendo certo una novità (le sue qualità benefiche sono note da moltissimo tempo e il suo utilizzo nella medicina tradizionale cinese è millenario), basta digitare “Goji” sui motori di ricerca per constatare come su questa pianta si sia costruita (anche) un’abile operazione di marketing facendo leva proprio sulle sue proprietà benefiche. E sulla nostra infallibile capacità di crederle tutte…
Scrive sempre Marco:

(…) Un conto è tenere un alone di mistero su questo frutto per conservare delle speranze di benessere per il corpo e la mente e un altro è osservare con occhio critico e studiare in maniera sistematica senza farsi prendere la mano!
Sicuramente contiene carotenoidi che sono facilmente modificabili in retinolo e in vit. A. (…)

Per quanto riguarda infatti le sue proprietà benefiche, non sono certo una novità dell’ultima ora e sono note da tempo (visto che il suo impiego nella medicina tradizionale cinese è millenario) ma il fatto che contengano diversi principi attivi non deve farci credere che le bacche abbiano qualcosa di miracoloso che dobbiamo acquistare a qualunque costo. Tra l’altro leggo su Wikipedia in lingua inglese che negli Usa, su molte bacche di provenienza cinese sono stati rilevati alti livelli di pesticidi e fungicidi, come dire che consumando quelle bacche più che un effetto benefico sulla propria salute si rischia di ottenere l’esatto contrario…

In conclusione non dico certo che il Goji sia una bufala e che il suo consumo non sia consigliabile: le sue molte proprietà (tantissime, stando a quanto riporta sempre Wikipedia) sono confermate ormai da diversi studi scientifici così come gli effetti benefici sulla salute umana che scaturiscono dal suo consumo ma il marketing ha giocato un ruolo importantissimo nella costruzione della sua fama e occorre pertanto usare i suoi frutti con uno spirito oggettivo che non faccia credere di trovarsi di fronte a qualcosa di miracoloso.
Foto in alto di Antonio Tajuelo

  • Gianni

    Ciao Renato, quale onore averti ospite di queste pagine! davvero grazie per gli ottimi articoli linkati, davvero interessantissimi, come sempre del resto. In ultima analisi, qual è la tua personale opinione su “Gojilla”?

  • Ciao Gianni, dai che non credo di essere cosi’ onorevole! :-) nVenendo alla domanda, le piante miracolose non esistono mentre le operazioni di marketing abbondano e molto spesso (=quasi sempre) dati scientifici parziali vengono assunti a definitivi per favorire le vendite e la penetrazione sul mercato, facendo leva sul falso mito del benessere. Parlando ai consumatori spesso si omette di suggerire una riflessione (o meglio un’evidenza): gli stessi benefit nutrizionali si ottengono anche mangiando alimenti che costano probabilmente un decimo. O inserendo nella propria dieta piu00f9 frutta fresca o piu00f9 verdure di stagione. Il problema da risolvere -se al centro del problema poniamo il benessere del consumatore e non quello del mercato- non u00e8 indurre a maggiori consumi di strani frutti alchemici o di integratori alimentari pieni zeppi di antiossidanti. Semplicemente il problema da risolvere u00e8 che mangiamo male, abbiamo pessime abitudini e cattivi stili di vita ma ci illudiamo che una costosa mano di cerone possa renderci piu00f9 belli. Mangiare piu00f9 frutta e verdura u201cnormaliu201d, sarebbe invece una soluzione molto piu00f9 efficace ed in fin dei conti meno onerosa economicamente rispetto al ricorso a molte u201cnovitu00e0u201d proposte con insistenza dal mercato.nnDetto questo, sul goji sono disponibili piu00f9 indicazioni rispetto ad altre “novitu00e0”, ma sono ancora preliminari e spesso difficili da generalizzare a tutti i consumatori.

  • Ciao Gianni, dai che non credo di essere cosi' onorevole! :-)
    Venendo alla domanda, le piante miracolose non esistono mentre le operazioni di marketing abbondano e molto spesso (=quasi sempre) dati scientifici parziali vengono assunti a definitivi per favorire le vendite e la penetrazione sul mercato, facendo leva sul falso mito del benessere. Parlando ai consumatori spesso si omette di suggerire una riflessione (o meglio un'evidenza): gli stessi benefit nutrizionali si ottengono anche mangiando alimenti che costano probabilmente un decimo. O inserendo nella propria dieta più frutta fresca o più verdure di stagione. Il problema da risolvere -se al centro del problema poniamo il benessere del consumatore e non quello del mercato- non è indurre a maggiori consumi di strani frutti alchemici o di integratori alimentari pieni zeppi di antiossidanti. Semplicemente il problema da risolvere è che mangiamo male, abbiamo pessime abitudini e cattivi stili di vita ma ci illudiamo che una costosa mano di cerone possa renderci più belli. Mangiare più frutta e verdura “normali”, sarebbe invece una soluzione molto più efficace ed in fin dei conti meno onerosa economicamente rispetto al ricorso a molte “novità” proposte con insistenza dal mercato.

    Detto questo, sul goji sono disponibili più indicazioni rispetto ad altre “novità”, ma sono ancora preliminari e spesso difficili da generalizzare a tutti i consumatori.

  • Marronef

    u00e8 interessato ad uno scambio semi con conifere americane e tiglio nazionale con semi di goji?.grazie. se si inviare assenso a :marronef@libero.it

  • Andrea_Veg

    Ciao, nel chiedervi un favore, ne approfitto per farvi i complimenti per l’ottimo lavoro che fate. vorrei avere informazioni o link utili sulla coltivazione di questa pianta nel nord italia. Ho due piantine di un anno nate da seme e non so se portarle in cantina per l’inverno. Ho letto che in una zona del canada molto piu00f9 fredda crescono bene, ma vorrei avere qualche fonte in piu00f9. grazie!

  • Gianni

    Ciao Andrea, non ho esperienza diretta con questa pianta ma non dovresti avere problemi a coltivarla nel nord Italia: per esempio Marco, il lettore del post, la coltiva nella zona di Milano. A presto

  • Disponibili piante di goji e mirtilli siberiani
    http://www.agricolachicca,it

  • Disponibili piante di goji , mirtilli siberiani, noni ,akai, piante particolari e rare
    http://www.agricolachicca.it

  • Lia

    Ho provato a coltivarle ma niente da fare. Alla fine compro bacche e succo su http://www.bacchedigoji.com

  • Mirco D’Inca’

    Attenti alle truffe sulle goji, in questo post ne parlo un poco… dateci un occhio!
    http://www.viverezen.org/alimentazione/bacche-di-goji/bacche-di-goji-attenzione-alle-truffe/