Altro week end all’insegna del vincente binomio solidarietà/pollice verde ovvero di quelle giornate durante le quali le varie associazion,i in cambio di un contributo poco più che simbolico, donano fiori e piante. Sabato 9 e domenica 10 ottobre 2010 è la volta della Giornata Nazionale dell’A.I.D.O. è varrà distribuito in oltre 1.000 piazze d’Italia “un Anthurium per l’informazione“.
L’A.I.D.O., l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule, è una ONLUS (ovvero una Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) che ha come principale obiettivo quello di promuovere e diffondere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule attraverso varie attività come campagne di sensibilizzazione, collaborazioni con Istituzioni ed Enti pubblici e attività di vario genere. Questa importante opera di informazione, che l’associazione porta avanti da 37 anni, è di fondamentale importanza in un Paese come il nostro dove la donazione di organi non ha mai fatto registrare percentuali significative, anzi. Secondo i primi dati riferiti all’anno in corso, nei primi sei mesi del 2010 i donatori utilizzati hanno registrato un calo del 9,3% ben del 13% per quanto riguarda i trapianti effettuati mentre di contro sono aumentate le opposizioni, passate dal 28 a 30%. Cifre allarmanti se si pensa che dietro questi numeri ci sono migliaia di persone che aspettano di ricevere un trapianto con il quale possono salvarsi la vita: sono infatti 9.000 i pazienti in lista di attesa per un trapianto e solo un terzo di loro può sperare in un miglioramento della propria qualità di vita mentre per gli altri ci sono solo anni di attesa che spesso purtroppo portano alla morte. Per questo, per quello che può rappresentare e rappresenta, mi piace chiamare l’Anthorium il fiore della vita. E perché il fiore della vita, una volta arrivato nelle nostre case, rimanga vivo e vegeto per molto tempo vediamo velocemente come è meglio trattarlo.
Appartenente alla famiglia delle Araceae il genere Anthurium comprende più di 500 specie originarie del Sud e del Centro America. Sono piante sempreverdi, epifite o terrestri, che ben si adattano alle condizioni degli ambienti chiusi e che vengono coltivate sia per la bellezza delle foglie che per la caratteristica spata che contraddistingue il genere e che ritroviamo pure nel nome che è formato dalle parole greche ánthos e ourá, che significano “fiore” e “coda”, proprio in riferimento al vistoso spadice.
Se non erro la specie messa a disposizione dall’A.I.D.O. dovrebbe essere l’A. schezerianum che tra l’altro è una delle più adatte tra quelle del genere a essere coltivata in casa visto che non teme la bassa umidità ambientale e il caldo, condizioni tipiche di molti appartamenti. Originario del Centro America l’A. schezerianum può raggiungere il mezzo metro d’altezza e sviluppa un’infiorescenza caratterizzata da una spata che può essere di diversi colori, dal bianco al giallo, dal rosa al rosso. La foglia è lanceolata, di un verde intenso, lunga fino a 30 cm e oltre.
Questa pianta, come le altre del genere, mal sopporta il ristagno d’acqua anche se il terreno non deve asciugare del tutto tra un’annaffiatura e l’altra; ques’ultima deve essere generosa nei mesi più caldi mentre deve essere ridotta ma costante nel periodo invernale. Discorso a parte l’umidità: anche se questa specie tollera la bassa umidità ambientale tipica delle abitazioni, accorgimenti come le nebulizzazioni frequenti e sottovasi con ghiaia e acqua (ma non a contatto con il vaso) sono molto apprezzati dalla pianta. L’A. schezerianum può vivere bene anche in zone con luce moderata ma va assolutamente tenuta lontano dal sole diretto. Il substrato ideale è quello che non trattiene eccessive quantità di acqua e che favorisce il suo drenaggio: una miscela composta da terriccio universale e torba in parti uguali con l’aggiunta di sabbia e perlite è la soluzione migliore. Si concima dalla tarda primavera all’inizio dell’autunno con un fertilizzante liquido universale da somministrare con l’annaffiatura ogni 12-14 giorni. Si rivansa ogni due anni e si moltiplica per talea apicale se presenta un principio di radicazione oppure facendo radicale i getti basali interrati in un substrato di sabbia e torba a una temperatura di 21° C. Ultimo consiglio: non ama gli sbalzi termici e, per quanto possibile, cercate di coltivarla in una zona della casa dove la temperatura è più costante.