Non è certo semplice, nel bel mezzo della Stagione delle piogge e con metà Italia allagata (e l’altrà metà tutt’altro che asciutta), entrare nel proprio orto senza trovarsi immersi nel fango fino alla cintola. I lavori del mese, che subiscono un fisiologico calo a causa dell’arrivo della stagione fredda, sono resi ancora più improbabili dalle incessanti precipitazioni che hanno investito, investono e investiranno la Penisola in questo periodo e che rendono il terreno praticamente incoltivabile. Ma se abitate in una zona colpita marginalmente dal maltempo (esiste?) oppure (e sopratutto), se vi siete attrezzati con una serra o con un tunnel per la coltivazione sotto protezione, allora per voi la stagione non è certo finita e vi potete permettere di seminare anche a fine novembre o addirittura agli inizi di dicembre. Fanno per voi allora la cicoria da taglio (e da raccolta) e il ravanello che abbiamo già trattato in altri post, oppure la rucola, un ortaggio che resiste abbastanza bene al freddo e che risulta essere in assoluto uno dei più facili da coltivare.
Appartenente alla grande famiglia delle Brassicacee, la rucola (Eruca sativa) è conosciuta fin dall’antichità tanto da essere usata dai Romani; è un ortaggio molto diffuso, anche come pianta spontanea, in tutto il territorio italiano e, a seconda della zona di coltivazione, viene chiamata di volta in volta ruca, roca, aruca, ruchetta, rughetta ecc. Il suo impiego è di solito limitato a pochi utilizzi come nelle insalate miste, nelle salse o a guarnizione di piatti più elaborati ma così facendo si sottovalutano le sue sorprendenti qualità medicinali sulle quali magari spenderà due righe Franco.
Anche se il periodo ideale per la sua semina è quello che va dalla metà di agosto ai primi giorni d’ottobre, la sua discreta resistenza alle basse temperatura la rende seminabile anche nell’autunno inoltrato e anche ai primi giorni di dicembre, a patto che lo si faccia, per il Centro-Nord, in coltura protetta (alla quale si adatta egregiamente e molto meglio delle altre piante) mentre nelle zone più miti del Meridione può essere seminata all’aperto. La rucola può essere coltivata con successo anche in vaso sul balcone ma di questo metodo parleremo in un post dedicato. Ecco comunque di seguito alcuni consigli colturali.
Ciclo produttivo
La rucola è una pianta erbacea annuale e impiega il terreno dai 45 ai 90 giorni e oltre, periodo che oscilla in base alle raccolte effettuate e alla stagione nella quale si coltiva. Si raccoglie tagliando le foglie cresciute almeno 10 cm di lunghezza e preservando la “rosetta” centrale che così facendo ci regalerà almeno 3 o 4 tagli.
Clima
Come già sottolineato in precedenza la rucola è una pianta che resiste abbastanza bene anche alle basse temperatura, caratteristica che la rende coltivabile in pratica per tutto l’anno anche nelle zone del Nord Italia dove il freddo si fa sentire maggiormente. Certo, periodi di gelo prolungati non sono ben tollerati ma servendosi di serre o mini tunnel in genere la sua raccolta è possibile anche durante l’inverno.
Terreno
La rucola non ha particolari esigenze in fatto di terreni e anzi si adatta in pratica a tutte le situazioni, anche quelle che prevedono suoli sassosi. L’unica caratteristica che gli dobbiamo assicurare è quella di un terreno ben drenante e che non favorisca il ristagno idrico.
Semina
Subito prima della semina è opportuno lavorare il terreno ma non è necessario affondare troppo in profondità la nostra azione, basta smuovere 20-25 cm di terra. In genere si semina a spaglio ma se lo si fa in file distanti 20 cm l’una dall’altra si riesce ad eseguire più agevolmente i lavori di scerbatura. In ogni caso è straconsigliata la semina a scalare, da effettuare cioè a varie riprese distanti tra loro almeno 30 giorni, accorgiemento che permette una raccolta dell’ortaggio più dilazionata nel tempo piuttosto che di ritrovarselo tutto insieme.
Concimazione
Non vi curate di questo aspetto: la rucola richiede poche sostanze nutritive e di solito cresce senza problemi in terreni non preventivamente concimati. Solo se la si coltiva in suoli particolarmente poveri occorrerà una leggera concimazione con letame ben maturo (12 mesi) o con compost altrettanto maturo oppure sarà sufficiente seminarla in zone dell’orto che hanno precedentemente ospitato colture che bisognose di abbondanti fertilizzazioni, come possono essere pomodori e melanzane.
Acqua
Per quanto riguarda l’irrigazione della rucola, da effettuare di solito “a pioggia”, si deve distinguere tra colture autunnali e quelle primaverile ed estive: nel primo caso, soprattutto in presenza di una stagione particolarmente piovosa, le annaffiature devono essere ridotte all’osso se non del tutto sospese mentre nel periodi più caldi si deve garantire un apporto idrico costante e frequente, ma di solito mai abbondante. Attenzione alla coltivazione protetta: bagnare poco e con accortezza arieggiando bene la serra e il tunnel.
Lavorazioni
Il controllo delle erbe infestanti è per la rucola la principale, se non unica, lavorazione da effettuare. Questa operazione è favorita dalla semina in file ma in ogni caso va effettuata facendo attenzione a non sradicare le piantine di rucola. Di tanto in tanto occorre anche rompere il terreno se questo forma una crosta superficiale.
Parassiti e malattie
Altro aspetto del tutto trascurabile perché la rucola è una pianta resistente agli attacchi parassitari e di solito non necessita di interventi di difesa.
Rotazione
Ovviamente non segue sé stessa né gli appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae come per esempio tutti i cavoli e i ravanelli.
Consociazione
Le sue ridotte dimensioni unite al breve ciclo di coltura rendono la rucola adatta alla consociazione con diversi altri ortaggi come lattughe e cicorie e, per il perido invernale, con i porri. Da evitare invece la consociazione con piante che necessitano di abbondanti concentrazioni di concimi azotati per evitare che nelle sue foglie si accumulino sostanze come i nitrati potenzialmente nocivi per la nostra salute e che è bene assumere con moderazione.