Cosa coltivare nell’orto, r come ravanello

Cosa coltivare nell’orto, r come ravanello

Non c’è niente da fare, l’inverno vi fa un baffo e non frena minimamente la vostra “mission” orticola: volete coltivare ortaggi anche nel periodo climatologicamente più brutto dell’anno, anche se è quello che meno si presta all’attività. Niente paura, se ci si è attrezzati alla bisogna, in questi tristi e freddi mesi l’orto riduce la sua produzione ma non entra completamente in riposo, qualcosa da coltivare lo si trova sempre: dopo la cicoria da taglio e da raccolta ecco un altro ortaggio, il ravanello, che è possibile seminare anche in pieno inverno a patto di prendere qualche doverosa precauzione.
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Agrimonia, per la protezione del fegato

Agrimonia, per la protezione del fegato
L’agrimonia (Agrimonia eupatoria L.) della famiglia delle Rosaceae è una pianta erbacea perenne, eretta, con fusto ramificato e solo nella parte finale ricoperto di peluria sul quale sono disposte le foglie. Alta da 40 a 70 cm, preferisce i terreni soleggiati ed è presente in Italia dalle coste fino alla fascia subalpina, nei luoghi erbosi e lungo le sponde dei canali. I fiori sono gialli e sono riuniti in pannocchie, mentre il frutto è formato da due acheni che sono chiusi nel tubo del calice. Le proprietà mediche di questa erba erano note fin dal’antichità tanto che Plinio il Vecchio la consigliava nella cura delle malattie del fegato, come cicatrizzante e antiveleno. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le sommità fiorite. I costituenti principali sono i polifenoli (flavonoidi e tannini catechici), oltre a triterpeni e tracce di olio essenziale. Read More

Alberi monumentali, la Sofora del Giappone di Savorgnano del Torre (UD)

Alberi monumentali, la Sophora japonica di Savorgnano del Torre (UD)
Mi scrive Luciano da Udine e m’invia le foto di ben due alberi monumentali di notevole bellezza fotografati in Friuli Venezia-Giulia. Il primo è questo esemplare di Sophora japonica che si trova a Savorgnano del Torre, frazione del comune di Povoletto in provincia di Udine.
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Prima edizione di Florens 2010, Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali

Florens 2010, Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali
In totale controtendenza rispetto alle idee del ministro dell’Economia, che taglia un miliardo di euro destinato all’ambiente e sostiene che con la cultura non si mangia, Firenze inaugura la prima edizione di Florens, la  Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, che si apre domani 12 novembre e si concluderà il 20.
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Olivo, è il momento della raccolta (e l’olio nuovo si avvicina…)

Olivo, è il momento della raccolta (e l'olio nuovo si avvicina...)
Oh! finalmente! Stagione delle piogge permettendo (che tra l’altro somiglia sempre più a un Diluvio di biblica memoria…), in questo periodo e fino più o meno agli inizi/metà di dicembre, nelle aree interessate dalla coltivazione dell’olivo è tempo di raccolta, operazione spesso sottovalutata a favore della frangitura, la fase finale che porta come risultato la produzione del cosidetto “oro verde”: l’olio d’oliva. E già assaporo la prima e mitica “fettunta”, realizzata rigorosamente con il pane toscano, una strofinatina di aglio, un pizzico di sale e un’abbondante affogatura d’olio “novo” delle mie parti, quello appena uscito dal frantoio, quello di un verde quasi fosforescente, quello più buono del pianeta.
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Cosa coltivare nell’orto, c come cicoria da taglio e da raccolta

Cosa coltivare nell’orto, c come cicoria da taglio e da raccolta
Nuovo appuntamento con “Cosa coltivare nell’orto” che, per essere più “stagionale” e parlare cioè delle piante che più si adattano al periodo, si stacca dal rigido ordine alfabetico per cercare gli ortaggi che è possibile seminare anche nel mese di novembre, per poi recuperare gli altri nelle “puntate” successive. A dir la verità il salto è breve perché dopo cetriolo, cavolfiore e carota si rimane alla lettera “c” di cicoria, in particolare le varietà dette da taglio e da raccolta, ortaggio diffusissimo che potrebbe rientrare anche in una ipotetica categoria chiamata “piante orticole per principianti” tanto risulta facile da coltivare.
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Il gelso nero, un gradevole toccasana per la nostra salute


Il genere Morus appartiene alla famiglia delle Moraceae ed è originario dell’Oriente da dove in seguito è stato  introdotto e naturalizzato in tutto il mediterraneo. Le specie più famose sono il gelso bianco (Morus alba) e il gelso nero (Morus nigra) e hanno storie decisamente separate, dato che il primo proviene dalla Cina ed era coltivato come nutrimento del baco da seta, mentre il secondo è da sempre considerato un albero da frutto, legato alle tradizioni della cucina mediterranea. Oggi parliamo del gelso nero che può essere superficialmente confuso con il gelso bianco ma è più robusto, ha foglia più grande a forma di cuore e pelosa in entrambi i lati (glabra invece per il bianco), arriva a circa 15 metri di altezza, presenta il tronco e i rami più grossi, resiste meglio al freddo e può essere coltivato ad altezze che arrivano oltre 1000 metri. I frutti hanno un sapore decisamente gradevole per cui sono usati come alimento, soprattutto per preparare marmellate, confetture o sciroppi, a differenza di quelli del gelso bianco che sono sì dolciastri ma pure leggermente aciduli. Inoltre, data la loro bontà, sono usati anche come aromatizzanti e coloranti per i gelati. Dal punto di vista terapeutico gli effetti del gelso nero e del gelso bianco sono molto simili.
A scopo medicinale si usano soprattutto le foglie, ma anche i frutti e, in alcuni casi, la corteccia della radice. I principali costituenti sono i flavonoidi, l’olio essenziale e i polisaccaridi. Read More

Alberi monumentali, l’olmo campestre di Villanova sull’Arda (PC)

Alberi monumentali, l'olmo campestre di Villanova sull'Arda (PC)

Grazie alla segnalazione di Davide c’è un nuovo albero monumentale da aggiungere al fotocensimento lanciato da questo blog. L’albero in questione è il secondo segnalato in Emilia-Romagna dopo l’ormai famosa Nonna Quercia, lo splendido esemplare per il quale si sono mobilitate migliaia di persone nel tentativo (per ora riuscito) di scongiurare il suo sacrificio in nome del progresso e dell’ennesima strada alla quale dovrebbe far posto. Curiosamente l’albero segnalato da Davide, un olmo campestre, si trova molto vicino a Nonna Quercia e cioè a Villanova sull’Arda, in provincia di Piacenza.
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Frutta e verdura di stagione, come conservare carote e finocchi

Frutta e verdura di stagione, come conservare carote e finocchi

Eccoci alle prese con altri due ortaggi tipici di questa stagione, le carote e i finocchi, che in questo periodo sono ancora in produzione e che di solito vengono raccolti prima che il freddo, quello vero, arrivi alle nostre latitudini. Per quanto riguarda le carote va detto che ci sono diverse zone, specialmente al centro-sud, dove è possibile applicare una pacciamatura per proteggerle dal freddo intenso e raccoglierle di volta in volta quando se ne ha bisogno, mentre per i finocchi il discorso è leggermente diverso visto che sono un po’ più “allergici” al freddo (sopportano fino a pochi gradi sopra lo zero) ed è consigliabile raccoglierli se si abita in zone a rischio gelate. Vediamo allora come fare con questi importanti prodotti dell’orto, cominciando dalle carote e da un (per me) strano metodo che ho visto messo in pratica da mio nonno tanti anni fa.
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Basta dissesto idrogeologico, ridiamo spazio alla Natura

Basta dissesto idrogeologico, ridiamo spazio alla Natura
Ci risiamo. Come tutti gli anni in questa stagione (come in quella primaverile) arrivano, in linea con il periodo, le piogge persistenti e intense e con esse, puntuali come un orologio svizzero, le frane, gli smottamenti, gli straripamenti e le inondazioni. E come tutti gli anni siamo qui a contare i danni e purtroppo i morti: per esempio in meno di un mese solo in Toscana, con i tre di Massa, sono già sei le vittime causate dal maltempo. È come un disco rotto, ogni anno le stesse scene, lo stesso andamento, le stesse tragedie. Eppure non è certo un fenomeno recente che ci può cogliere di sorpresa, anzi!
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