Ogni tanto su questo blog compaiono post che parlano di arte quando quest’ultima, direttamente o indirettamente, si tinge di verde, inteso come il colore del Regno vegetale. È il caso di una bella mostra che si tiene al Palazzo Reale di Milano fino al 22 maggio 2011 che celebra il genio di Giuseppe Arcimboldo e che invito milanesi e non a visitare non solo per ammirare l’opera dell’artista ma anche per approfondire l’aspetto “botanico” della sua arte.
Inflazionati quanto si vuole ma i celebri quadri di Arcimboldo sono veramente notevoli. Nato nel capoluogo lombardo nel 1527 da Biagio Arcimboldi (anch’esso pittore), Giuseppe iniziò nella bottega del padre la sua attività artistica che, a dir la verità, in quel periodo proponeva poco o niente di straordinario e soprattutto non faceva presagire la sua originalissima svolta creativa. Che avvenne dopo il 1560 quando Arcimboldo iniziò a dare libero sfogo alla sua fantasia dipingendo, o meglio, componendo ritratti e allegorie attraverso l’uso di elementi “altri” come oggetti, vegetali e animali dando vita a uno stile tanto singolare quanto capace di suscitare meraviglia (anche agli spettatori odierni) che gli regalò una grande notorietà tra i suoi contemporanei.
Dopo la sua morte però la sua fama andò scemando e l’opera di Arcimboldo cadde nel dimenticatoio per secoli fino al XX secolo quando fu riscoperta dai surrealisti che videro giustamente nei quadri del pittore milanese le prime tracce della loro corrente artistica.
Oltre a esporre le principali opere di Arcimboldo la curatissima mostra milanese propone un interessante e ricco percorso espositivo che focalizza l’attenzione sul contesto storico-culturale all’interno del quale si formò la personalità e l’arte di Giuseppe Arcimboldi; ecco allora dipinti, disegni, incisioni, sculture, libri, miniature, gioielli, vetrate e molti altri oggetti d’arte che testimoniano l’epoca, l’ambiente e il clima culturale nel quale Arcimboldo elaborò la sua arte traendone ispirazione; illuminanti in questo senso i disegni grotteschi di Leonardo molto conosciuti all’epoca e dai quali l’artista milanese venne sicuramente condizionato.
Ma un altro importante motivo che deve spingere i lettori di Florablog a visitare la mostra è l’aspetto “botanico” che emerge dall’opera di Arcimboldo. Nei quadri dedicati alle stagioni, nell'”Ortaggi in una ciotola o L’ortolano” e nel famoso “Vertunno” l’appassionato può infatti rintracciare, nell’abilità pittorica dell’artista, molti ortaggi, frutti e fiori che possiamo ritrovare ancora oggi sulle nostre tavole, insieme a delle rarità ormai a noi quasi sconosciute e a delle piante che per il tempo erano delle vere e proprie bizzarrie botaniche ma che quasi 5 secoli dopo sono diventate familiari. Riferendosi al solo Vertunno (più precisamente: “Ritratto di Rodolfo II in veste di Vertunno”, 1591), in un vero e proprio festival della biodiversità, assieme a molte varietà rare e dimenticate (e forse perse per sempre) accanto a uva, pere, mele, pesche, fichi, ciliege, piselli, uva spina, nocciole, more, spighe, olive, cipolle, carciofi, mele cotogne, zucche (e chi più ne ha più ne metta…), spuntano prodotti a quel tempo poco più che”alieni” come mais e peperoncini, da poco giunti in Europa dall’America, ma già “catalogati” e presenti nei dipinti di Arcimboldo.
Ultima annotazione: se avete qualche dubbio sui prodotti da acquistare nei vari periodi dell’anno date un’occhiata all'”estate” e all'”autunno”, vi potrebbero essere molto utili per scrivere la lista della spesa…
Per maggiori informazioni:
Portale del Turismo Città di Milano – Arcimboldo