Questa settimana segnalazione notevolissima. Merito di Giosuè (che non smetterò mai di ringraziare per la disponibilità e per la bella galleria fotografica e al quale spero sia giunto il meritatissimo premio) se il fotocensimento degli alberi monumentali può vantare un vero e proprio pezzo da novanta: signore e signori ecco a voi la Quercia delle Streghe, in assoluto uno tra gli esemplari più belli e maestosi di tutta Italia.
Florablog – Mappa degli alberi monumentali d’Italia
Siamo nel comune di Capannori, in provincia di Lucca, nella frazione di San Martino in Colle, dove nel parco di Villa Carrara svetta questa meravigliosa farnia dall’età e dalla forma straordinarie. L’albero ha un’età stimata maggiore di 600 anni, è alto 24 metri, presenta un tronco di 4,5 metri di circonferenza e una chioma di ben 40 metri di diametro! Questa notevole estensione della chioma è dovuta alla particolarità della Quercia delle Streghe che ha sviluppato i suoi enormi e contorti rami praticamente paralleli al terreno, caratteristica non comune nelle farnie. A cosa è dovuto questo sviluppo orizzontale? Ovviamente alle streghe! Narra infatti la leggenda che un gruppo di streghe tenesse i suoi riti sabbatici proprio sui rami della quercia determinando così la forma schiacciata dell’albero. Suggestioni magiche a parte, racconti come questo, dal quale deriva il nome della quercia, sono comuni per gli alberi monumentali di questa bellezza e importanza che proprio per la loro straordinarietà finiscono spesso per vedere intrecciato il loro destino alle leggende che noi umani amiamo raccontare, spesso mischiando la nostra finzione alle loro storie.
E di storie la Quercia delle Streghe ne ha tante da raccontare. Rimanendo solo al ‘900 vandali, fulmini e altre disavventure hanno caratterizzato la sua vita mettendo spesso in pericolo la sua esistenza. Ma è durante la seconda guerra mondiale che la Quercia delle Streghe se l’è vista davvero brutta. Come narra infatti Valido Capodarca in un articolo per Patria Indipendente del 2002 (PDF scaricabile da qui) la quercia finì nel mirino di alcuni tedeschi che avevano occupato Villa Carrara e che sfruttavano proprio l’enorme chioma dell’albero per mimetizzare i propri mezzi. Al momento della loro partenza il capitano tedesco intendeva tagliare l’enorme quercia per ottenere legna da utilizzare come combustibile e solo l’intervento della proprietaria della villa, che per fortuna della pianta (e di tutti noi!) conosceva bene la lingua tedesca, riuscì a scongiurare quella tremenda azione.
Tornando alle leggende che incrociano la vita di questa quercia si narra che proprio ai suoi piedi, su consiglio di due imbroglioni, un burattino seppellì i suoi denari (che un Mangiafuoco commosso dalla sua storia gli aveva donato) credendo che da quel “campo dei miracoli” potessero nascere alberi carichi di zecchini d’oro. Questa storia vi suona familiare? sì? Una sola raccomandazione però: se decidete di fare una visita a questo magnifico esemplare evitate di scavare, gli zecchini d’oro sono già stati rubati tanto tempo fa da un gatto e da una volpe…