Il genere Grindelia, della famiglia delle Asteraceae (Compositae), comprende numerose specie, ma oggi parliamo della Grindelia camporum, nota anche con i sinonimi di G. bracteosa, G. paludosa, G. procera e G. robusta o, più semplicemente, Grindelia.
La pianta perenne, originaria delle regioni paludose della California e del nord del Messico, tende a lignificare alla base assumendo l’aspetto di un cespuglio alto 50-60 cm., mentre i suoi fusti sono ramosi e le foglie, isolate, fragili e lucide, sono allungate a margine seghettato. La secrezione resinosa avvolge e ricopre tutte le parti aeree della pianta e il fiore, detto capolino, è di color giallo acceso e caratterizzato da un involucro ricoperto di brattee verdi appuntite e rivolte verso il basso.
Le parti utilizzate sono le sommità fiorite, i costituenti principali sono i polifenoli e l’olio essenziale. La qualità migliore dell’estratto si ha quando la pianta è all’inizio della fioritura e i capolini, ancora semichiusi, sono particolarmente ricchi di resina.Tradizionalmente usata in California come antinfiammatorio, la grindelia viene presentata in medicina allopatica, come calmante della tosse, nelle bronchiti, nella pertosse e negli enfisemi polmonari. Iscritta nella Farmacopea degli Stati Uniti fin dal 1882 e nella Farmacopea Francese dal 1908, la pianta era ritenuta, dunque, particolarmente efficace nelle tossi stizzose, nel broncospasmo, nella pertosse. Anche in fitoterapia la pianta è usata per la sua azione sedativa della tosse. La Grindelia contiene due flavonoidi chiamati quercitina e kempferolo in grado di inibire un enzima (elastasi leucocitaria) rilasciato durante il processo infiammatorio, che può danneggiare l’epitelio respiratorio se prodotto in maniera abnorme dall’organismo, come avviene in caso di infiammazioni all’apparato respiratorio. Inoltre la Grindelia favorisce la produzione di muco più fluido, ha un effetto espettorante dovuto soprattutto alle piccole quantità di saponina presenti nella pianta e ha un effetto protettivo sull’epitelio. Anche l’Osservatorio AIIPA (Associazione Italiana Industrie prodotti Alimentari – Area Integratori Alimentari) segnala delle evidenze scientifiche che confermano le proprietà benefiche della Grindelia, in grado di intervenire sulla tosse, sul catarro e sulle affezioni delle vie respiratorie.
Non ci sono controindicazioni se non per l’ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
Possibili reazioni allergiche.
Non sono tuttavia disponibili studi clinici sull’uomo per la valutazione della sicurezza e dell’efficacia. Ricordo, in ultima analisi, che prima di assumere qualunque tipo di prodotto erboristico, è SEMPRE BENE avvertire il proprio medico curante.
Foto di stonebird
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