Da piccolo era l’incubo mio e dei miei compagni di gioco: durante le scorribande estive era impossibile non farci i conti quotidianamente ma soprattutto durante le interminabili partitelle di calcio con gli amici, se il pallone usciva dal campetto, finiva immancabilmente nel bel mezzo dell’ortica. E lì erano sempre dolori perché, nonostante la massima prudenza nel recuperare la palla, si finiva sempre per pungersi e maledire quella presenza fissa quanto indesiderata.
Col tempo però ho progressivamente messo da parte la mia ostilità per questa pianta è ho iniziato ad apprezzare le sue molteplici proprietà: dalla cucina alla fitoterapia, passando per la cosmesi naturale e la colorazione dei tessuti, sono molte le sue applicazioni pratiche, alle quali si aggiungono il suo ruolo in difesa delle piante è la sua capacità di rivitalizzarle e concimarle.
Sì perché l’Urtica dioica non è soltanto un ottimo ingrediente in cucina con il quale mettere in piedi appetitosi piatti come ravioli, risotti, minestroni, frittate e frittelle, ma è anche e soprattutto un’importante pianta medicinale usata per le sue proprietà diuretiche, antidiarroiche, cardiotoniche e antianemiche; non solo: le sue caratteristiche tornano utili anche per la cura e la bellezza del proprio corpo specialmente per i capelli perché dall’ortica è possibile renderli più forti, più lucidi e meno grassi.
Per quanto riguarda i vegetali e la loro salute è possibile sfruttarla efficacemente contro gli afidi oppure usarla come ottimo fertilizzante capace di rinforzare le piante e mettere a loro disposizione importanti macro e microelementi indispensabili per la crescita. Questo risultato lo si ottiene con il macerato di ortica e per realizzarlo occorrono:
- un contenitore di legno, plastica o terracotta ma mai di metallo che potrebbe scatenare reazioni chimiche negative;
- un chilo di ortica fresca o 200 g di ortica essiccata per ogni 10 litri di acqua;
- l’acqua stessa, che deve essere fresca e possibilmente piovana o di fonte ma all’occorrenza si può utilizzare quella del rubinetto lasciata riposare in un contenitore per un paio di giorni;
- aceto di vino;
- eventualmente della polvere di roccia.
Per la bisogna va benissimo l’utilizzo di tutta la pianta fuorché la parte radicale e va raccolta prima della produzione dei semi, meglio ancora prima della fioritura: per ricchezza di sostanze presenti nell’ortica la migliore è quella prelevata tra maggio e giugno.
Una volta trovato il necessario si procede con la preparazione del macerato. Nel contenitore aggiungete l’acqua e l’ortica sminuzzata nelle dosi consigliate e ponete il tutto in un luogo all’aperto ma non alla luce diretta del sole; il contenitore non deve essere chiuso ermeticamente perché al processo serve un costante ricambio dell’aria. Il macerato va mescolato come minimo una volta al giorno, operazione indispensabile ma che ha come spiacevole conseguenza quella di sprigionare un odore non proprio piacevole… in questo caso entra in gioco la polvere di roccia che va aggiunta a ogni rimescolamento e che riduce di molto il cattivo odore. Mescola che ti rimescola, dopo una o due settimane il liquido diventa nero e smette di formare la schiuma superficiale prodotta nei primi giorni: a quel punto il nostro macerato è pronto e può essere usato anche come antiparassitario ma soprattutto come fertilizzante liquido; l’unica cosa da fare è quella di aggiungere un 5-10% di aceto per arrestare il processo di fermentazione e per bilanciare il pH del macerato.
Quello ottenuto è un macerato molto ricco di azoto, potassio, calcio e altri oligoelementi che risultano velocemente disponibili per le piante e capaci di stimolare la loro crescita.
Il miglior modo per somministrarlo è quello di spruzzarlo, previa filtrazione, direttamente sulle foglie e sui fusti delle piante e sul terreno, a seconda delle necessità. Diluito in 10 parti di acqua per ogni parte di macerato viene usato per irrorare il terreno circostante le piante in modo da stimolarne la crescita e lo sviluppo delle radici; a proposito di radici quelle delle giovani piante da mettere a dimora possono essere bagnate col macerato, giovani piante che possono essere successivamente rinforzate e stimolate con una diluizione più importante del prodotto, dell’ordine di 1 a 10 parti di acqua. In questa soluzione possono essere immersi i vasi contenenti piante avvizzite che così facendo non tarderanno a riprendersi.
Ricordo infine che è possibile tenere l’ortica a macerare per un periodo più breve e usare il macerato come antiparassitario: il macerato di 12 ore si spruzza puro direttamente sulle foglie ed è efficace contro gli afidi mentre quello di 4 giorni diluito a metà è utile nella lotta al ragnetto rosso.