Cosa coltivare nell'orto, S come spinacio
Non coltivatelo per poi mangiarlo nel bel mezzo di una scazzottata nella quale state quasi per soccombere, e neanche per assumere enormi quantità di ferro, per lo più un mito da sfatare. No, il “Cosa coltivare nell’orto” di oggi non vi serve per questi motivi (o almeno non solo per questi…), ma per avere un ottimo prodotto, buono e versaltile e tra i pochi disponibili fino ad autunno inoltrato (e oltre): lo spinacio.

A meno che non siate Braccio di ferro infatti lo spinacio non vi regalerà una forza spropositata anche se temporanea né, se siete carenti di ferro, un’importante fonte di questo fondamentale elemento chimico: è vero che lo spinacio contiene più di ferro di qualsiasi altro ortaggio ma la leggenda che questo contenuto sia notevole sembra dovuta a un errore di trascrizione su un’etichetta, errore che decuplico di fatto il suo reale valore, dando così l’inizio a questa convinzione giunta fino a noi. A parte queste piccole delusioni, lo spinacio non può certo mancare in ogni orto che si rispetti anche perché la sua coltivazione è piuttosto semplice e i risultati sono assicurati, anche nella stagione fredda. Conosciuto con il nome scientifico di Spinacia oleracea lo spinacio è originario delle regioni caucasiche e del sud dell’Asia e appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae; sconosciuto agli antichi venne introdotto dagli arabi intorno all’anno mille e da allora la sua coltivazione si è diffusa prima in tutta Europa e poi nel mondo. Le varietà più diffuse sono: Correnta, Early, Gigant, Matador, Melody, Polka, Riccio d’Asti, Viking e Viroflay.

Ciclo produttivo
Il ciclo produttivo dello spinacio dipende molto dalle varietà che si decide di coltivare e può variare da 70-80 a 120 giorni ma se si semina in autunno per raccoglierlo in primavera può rimanere a dimora anche per 200 giorni. La quantità di prodotto che si può ottenere da un metro quadro varia da 1 a 2 kg.

Clima
Lo spinacio si adatta bene alle basse temperature e può resistere egregiamente anche a -5, -6° C e per questa sua caratteristica viene coltivato in periodi e zone che per la maggior parte degli ortaggi sono proibitivi; paradossalmente invece per lo spinacio sono molto più deleterie le alte temperature che, insieme all’alto numero di ore di luce, lo spingono a formare i fiori e i semi, compromettendo così la coltivazione.

Terreno
L’adattabilità ai vari tipi di terreno è un’altra caratteristica positiva dello spinacio che, pur preferendo quelli sciolti, rende bene un po’ in tutte le situazioni. Unica cosa che non è ben tollerata è il ristagno dell’acqua: in questa condizione lo spinacio non reagisce bene e anzi bastano pochissimi giorni e le foglie ingialliscono inesorabilmente. Il pH ideale per la coltivazione dello spinacio oscilla varia tra il 6 e il 7.

Semina e trapianto
A spaglio a righe o in vasetti: per la semina dello spinacio c’è solo l’imbarazzo della scelta. I periodi migliori per seminare sono essenzialmente due e vanno dai primi di agosto a metà/fine ottobre e da metà febbraio a metà aprile. Il metodo forse da preferire è quello a righe soltanto perché così facendo si favoriscono le lavorazioni successive. Si effettuano dei piccoli solchettini distanti una trentina di cm tra di loro e s’interrano i semi per massimo 1 cm; stessa procedura per la semina a spaglio solo che con questo metodo si dovranno poi diradare le piantine. Discorso più o meno simile anche per la produzione delle piantine in vaso che andranno poi messe a dimora rispettando le distanze suggerite per la semina a righe.

Concimazione
Essendo un ortaggio del quale si consumano le foglie è bene coltivare lo spinacio senza l’apporto di concimi, soprattutto quelli di origine organica. L’azoto lì presente tende infatti ad accumularsi nelle foglie sotto forma di nitrati, sostanze potenzialmente pericolose per la nostra salute; solo in presenza di terreni particolarmente poveri si può optare per una limitata concimazione minerale. La soluzione migliore per la coltivazione dello spinacio rimane quella di piantarlo dopo una coltura ben concimata in modo tale che la pianta sfrutti il fertilizzante residuo non sfruttato dalla coltivazione precedente.

Acqua
Visto il periodo durante il quale viene coltivato, di solito all’approvigionamente idrico dello spinacio ci pensano le precipitazioni stagionali; si dovesse verificare un periodo siccitoso però si dovrà annaffiare con buona frequenza, preferendo piccole quantità ma ripetute, perché questa pianta necessita di un costante apporto idrico. Di solito lo si fa predisponendo dei piccoli solchi tra le file.

Lavorazioni
Le principali lavorazioni che riguardano la coltivazione dello spinacio sono essenzialmente due, ovvero la scerbatura e la sarchiatura: da un lato per eliminare le erbacce che, viste le dimensioni dello spinacio, possono rappresentare un serio problema per la sua crescita e dall’altro per rompere la crosta superficiale del terreno che potrebbe essersi indurita a causa delle frequenti annaffiature.

Parassiti e malattie
Anche sotto questo aspetto lo spinacio non presenta particolari problemi e di solito le coltivazioni vengono portate in fondo senza nessun tipo di trattamento. Questo non vuol dire però che non sia minacciato da parassiti e/o malattie: oltre alla peronospora può essere colpito da nematodi, afidi, nottue, mosca fogliare, minatrici e limacce.

Rotazione
Lo spinacio non deve seguire sé stesso e neanche le altre piante che appartengono alla stessa famiglia (Chenopodiaceae) come per esempio i vari tipi di bietole.

Consociazione
Lo spinacio si presta bene in vari tipi di consociazione purché non lo si consoci con piante che necessitino di grandi quantità di azoto e non abbiano un grande sviluppo, almeno nelle prime fasi della coltura.