Be’, eccoci qua, proviamo a ripartire, tempo (inteso come chrónos) permettendo. E vorrei farlo proprio dal tempo (inteso come klíma) riallacciandomi a uno degli ultimi post scritti prima della lunga sosta per fare un riassunto (“leggermente” inquietante) della situazione climatica di questi mesi. Per parlare dell’ennesimo studio che mette all’indice il consumo eccessivo di carne, anche e soprattutto come causa del riscaldamento globale, il 27 luglio partivo a scrivere del clima insolitamente fresco per la stagione (soprattutto rispetto agli ultimi, torridi, anni) che stava interessando buona parte dell’Italia (ma in realtà solo il nostro Paese) in quel mese. In quell’occasione non fu difficile essere un buon profeta prevedendo che un clima tutto sommato gradevole non poteva certo durare, semplicemente perché NON era un clima normale. E di clima normale da allora a oggi ne abbiamo visto ben poco. Proviamo infatti a elencare cosa è successo in questi mesi e vediamo che effetto che fa:
- il mese successivo si rivela essere un torrido e siccitoso agosto rispetto anche al recente passato, quando cioè negli ultimi anni il caldo insopportabile allentava un po’ la sua morsa;
- il settembre più caldo degli ultimi 150 anni, con una media a Torino di 23,1° C (mai registrata in 258 anni, cioè dal 1753 anno quando si è iniziato a registrare le temperature nel capoluogo piemontese), ha preceduto un autunno che, a parte alcune zone (come tragicamente vedremo), è stato caratterizzato da scarse precipitazioni.
L’eccezioni alla siccità autunnale ci sono purtroppo state e definirle catastrofiche è un eufemismo:
- si inizia giovedì 20 ottobre 2011 quando cadono a Roma almeno 75 millimetri di pioggia in meno di due ore;
- 25 ottobre 2011 nei territori della Val di Vara, delle Cinque Terre e della Lunigiana cadono qualcosa come 520 mm in meno di 6 ore, uno dei territori più belli al mondo subisce danni incalcolabili, particolarmente devastati i paesi di Borghetto di Vara, Brugnato, Bonassola, Levanto, Monterosso al Mare, Vernazza e Aulla; si contano 12 morti;
- il 4 novembre 2011 è la volta di Genova e provincia. 500 mm in 5 ore fanno esondare il Bisagno e il Fereggiano che, insieme alle piene dello Sturla e dello Scrivia, mettono in ginocchio interi quartieri della città e alcuni comuni limitrofi; 6 i morti;
- il 22 novembre 2011 il maltempo si sposta al sud e l’alluvione interessa la provincia di Messina e in particolare Barcellona Pozzo di Gotto, Merì e Saponara; i morti sono 3.
Si arriva così all’inverno che in verità all’inizio di inverno ha davvero molto poco:
- temperature al Nord quasi mai sotto lo zero, termometri ben oltre la media in tutto il Paese e un clima insolitamente mite per la stagione manda in tilt la Natura tant’è che molti animali anticipano la stagione della riproduzione di almeno un mese, mettendo a serio rischio il futuro delle nuove generazioni e a volte delle stesse specie.
Rischio concreto, perché questo andamento climatico anomalo riserva ancora sorprese e tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio un’ondata di neve e gelo colpisce buona parte dell’Europa e parte del Nord Africa:
- in Italia le forti nevicate causano gravissimi disagi e circa 60 morti. La nevicata interessa Liguria e Piemonte (fino a 70 cm nel cuneese) poi Toscana ed Emilia Romagna (dove non si vedeva tanta neve da almeno 100 anni) per poi investire il centro-sud arrivando, come nelle Marche, in Abruzzo e in Campania, a precipitazioni nevose che si fa fatica solo a immaginare: nella provincia di Pesaro-Urbino, fra le più colpite d’Italia, si è arrivati a un’altezza di neve media di 1,3 metri con cumuli fino a 2,5 metri, senza contare i 3 metri delle zone montuose dell’Irpinia (di fronte a queste cifre, i pochi centimetri che hanno fatto piombare Roma nel caos fanno come minimo sorridere…).
Impressionante vero? sembrano manifestazioni successi in un periodo di tempo piuttosto lungo e invece no: per quanto incredibile possa sembrare, sono tutte concentrate in sei mesi di tempo. Eventi così estremi e anomali, che una volta si manifestavano con cadenze decennali, negli ultimi tempi sono sempre più frequenti e concentrati e ormai se ne contano diversi ogni anno, come dimostra lo sciagurato 2011 da poco terminato e come sembra per ora confermare questo 2012 appena iniziato.
Perché succede tutto questo? Qual è la causa? Anche se qualsiasi climatologo degno di questo nome vi direbbe che è forse presto per trarre conclusioni (dato che di solito servono periodi molto più lunghi per elaboborare modelli), gli indizi non mancano e varrà la pena tornare velocemente a sull’argomento per discuterli e analizzarli. Intanto però un consiglio: se, come nella mia, anche nella vostra zona le temperature di questi giorni hanno superato ampiamente i 20° C, aspettate a fare il cambio di abiti, scommetto che questo clima impazzito ha in serbo ancora molte sorprese…
Foto di Il Fatto Quotidiano