Grazie a un inizio d’estate molto più piovoso del solito (stando almeno alla media degli ultimi 10 anni), il meraviglioso bosco vicino a dove abito (che si sviluppa su una serie di monti e colline divisa tra le province di Arezzo, Firenze e Siena) ha prodotto una quantità spropositata di funghi di tutti i tipi, compresi ovviamente quelli squisiti del genere Boletus, più comunemente conosciuti col nome di porcini.
La grande nascita ha ovviamente attratto centinaia di fungaioli, compreso il sottoscritto (la foto che vedete è frutto di un pomeriggio di ricerca), che hanno invaso il bosco all’ossessiva ricerca dei gustosi “trofei”. Tutto lecito, ovvio, io per primo amo cercare i funghi e tutti hanno lo stesso diritto di assecondare questa passione solo che dovremmo fermarci un attimo a riflettere sull’impatto che hanno i nostri comportamenti sul bosco e, di conseguenza, sulla Natura. Con l’evoluzione della tecnologia e l’abbassamento dei prezzi i vari SUV, 4×4 e compagnia bella sono diventati accessibili a diverse fasce sociali e in molti, oltre a usarli per prendere i figli a scuola (mandando, viste le dimensioni, il traffico in tilt…), li sfruttano per quel che servono e ci vanno nel bosco. E già qui nasce il primo problema perché il numero di mezzi che transita nei boschi (non avete la minima idea di quanti, il sabato e la domenica, vanno a farci motocross) è ormai fuori controllo e porta l’inquinamento che di solito riserviamo alle città direttamente tra le piante e gli animali che ci vivono. Non solo: le auto vengono parcheggiate in ogni dove senza badare troppo per il sottile e fregandosene allegramente dei delicati equilibri che stanno alla base dello stesso ecosistema che assicura a tutti gli amati porcini.
Poi c’è il comportamento una volta scesi di macchina. Praticamente tutti i funghi non mangerecci vengono distrutti a bastonate o a calci, molte felci, arbusti e piccole piante vengono strappati per ricavarci un percorso, il muschio intorno ai funghi è spesso divelto solo per vedere se ce ne sono altri… tutto questo, insieme al continuo calpestìo e rivoltare del suolo, non può che compromettere la vita del bosco.
La cosa che però mi manda su tutte le furie sono i rifiuti lasciati tra le piante. Sacchetti di plastica, lattine, bottigliette d’acqua e quant’altro si possa immaginare sono sparsi ovunque, nonostante da vuoti prendano molto meno spazio e pesino molto meno di quando contenevano il cibo o la bevanda. Ci vuole molto a ficcarseli in tasca (o dentro alla cesta) o la totale mancanza di senso civico di questo paese non lascia alcuna speranza?
-
lozonta
-
depressed geometra
-
heartistico