Oh! Finalmente marzo! Non se ne può più di ‘sti mesi freddi e grigi! Non che, a partire da oggi, il periodo di freddo sia archiviato, tutt’altro: siamo pur sempre in inverno e “marzo pazzerello” è da sempre caratterizzato da una forte variabilità atmosferica che rende le incursioni di aria fredda più che probabili certe (poi non dite che non vi avevo avvertiti…), ma questo è pur sempre il mese che dà il via alla primavera e il fatto in sé riesce sempre a trasmettere la sua bella dose di energia positiva.
Anche perché riparte la natura e ripartono le piante e pure nell’orto l’attività si fa più intensa. In questo mese infatti, se possiamo mettere in atto la coltura protetta (tramite serre fredde o calde, piccole o grandi, semenzai, tunnel, doppie finestre ecc.) è possibile iniziare a seminare diversi ortaggi, a cominciare da una pianta che DAVVERO non può mancare in nessun orto: il pomodoro.
Allergici permettendo (ai quali va tutta la mia più sincera solidarietà) è immaginabile un orto senza un bel numero di piante di pomodoro? Logicamente no e anzi, in pratica tutti gli “ortolani” che conosco pianificano la coltivazione di tutto l’orto intorno a quella di questo ortaggio: PRIMA si sistemano i pomodori, POI si pensa al resto.
Originario del Centro America e più precisamente della zona compresa tra il Messico e il Perù, il Solanum lycopersicum è giunto in Europa nel 1540 portato dal condottiero spagnolo Hernán Cortés in rientro da un suo viaggio. Da allora la sua diffusione è stata irrefrenabile e oggi viene coltivato in quasi tutto il Globo in una superficie complessiva di circa tre milioni di ettari, che rappresenta quasi un terzo della superficie mondiale coltivata a ortaggi. Il pomodoro è tanto comune che risulta superfluo descriverlo, come risulta impossibile elencarne tutte le varietà disponibili (al momento in cui scrivo su Tatiania’s TOMATObase si contano 3.376 varietà di pomodori!) o scrivere di tutte le tecniche colturali con le quali ottenere raccolti. Di seguito troverete qualche consiglio per coltivare il pomodoro nell’orto familiare.
Ciclo produttivo
Il pomodoro è coltivato come annuale e dato l’alto numero di varietà il suo ciclo produttivo varia molto: può infatti occupare il terreno per un periodo di tempo che oscilla indicativamente dai 120 ai 260 giorni. Si possono ottenere in media tra i 5 e gli 7 kg di pomodori per ogni metro quadrato coltivato ma se si è bravi e si coltivano al meglio le piante la raccolta può tranquillamente superare i 10 kg di prodotto, sempre al metro quadro.
Clima
Temperato caldo. Questo in estrema sintesi il clima preferito dal pomodoro che si traduce in una temperatura ottimale di crescita che oscilla tra i 20 e i 24° C. Non tollera quando il termometro scende sotto i 6° C ma i suoi peggior nemici sono i climi umidi, le brine e soprattutto le gelate tardive. Ama posizioni riparate e soleggiate anche se in molte varietà può essere necessaria un’ombreggiatura nelle ore più calde delle giornate estive.
Terreno
Devo essere sincero: ho visto crescere i pomodori in tutti i tipi di terreno (compresi quelli compatti e poveri a loro pochissimo graditi) e produrre dignitosamente i loro frutti in condizioni tutt’altro che favorevoli, a testimonianza che in questo senso il pomodoro risulta essere un ortaggio adattabile.
Detto questo però è bene assicurare a queste piante le condizioni preferite che consistono in un terreno, ricco, profondo e soffice, con un pH lievemente acido.
Semina
Anche se è una pratica andata un po’ in disuso, a favore delle piccole piante acquistate dal vivaista (e da mettere a dimora da aprile a maggio), sempre più ortolani amatoriali hanno riscoperto il piacere di produrre in proprio le piante partendo dalla semina che si effettua in coltura protetta e in contenitore (con il pane di terra) a partire dalla fine di febbraio a tutto marzo. Si trapiantano tra aprile e maggio in file distanti 80-120 cm e 40-50 sulla fila. Meno comune e più complessa, soprattutto per problemi climatici, la semina all’aperto direttamente a dimora.
Concimazione
I pomodori necessitano di una notevole concimazione organica, da effettuare al momento della lavorazione del terreno e durante la presemina servendosi di letame maturo. Durante la crescita può essere necessario intervenire con concimi ternari. Molti miei conoscenti, al momento della messa a dimora delle piantine, usano scavare una buca più capiente per riempirla con del letame maturo per poi piazzare il pomodoro, ma non a diretto contatto con il letame che viene invece ricoperto con uno strato di terra.
Acqua
Aspetto delicato quello dell’acqua, quando parliamo di pomodori. Le esigenze idriche di queste piante sono normali nella prima fase della crescita ma divengono elevate in seguito, quando devono essere effettuate con frequenza costante. Attenzione però anche alle dosi perché un’abbondante annaffiatura dopo un lungo periodo di siccità provoca le spaccature sui frutti.
Lavorazioni
Per quanto riguarda i pomodori ci sono diverse lavorazioni da effettuare nel corso della loro coltivazione. A parte le classiche scerbature e sarchiature, le piante di pomodoro vanno rincalzate e, per le varietà alte (la stragrande maggioranza di quelle coltivate nell’orto familiare), sistemate con dei sostegni. Il pomodoro ha infatti andamento strisciante e, per evitare che i frutti a contatto con il suolo si deteriorino, le piante vengono assicurate a dei tutori e vengono spinte a crescere in verticale.
Un altro importante intervento da effettuare su il maggior numero di piante di pomodoro è la sfemminellatura che consiste nell’eliminare i germogli che si sviluppano dall’ascella. Questi germogli sono facili da riconoscere ma per fare maggiore chiarezza sull’argomento pensavo a un prossimo post dedicato.
Parassiti e malattie
Le avversità che possono colpire il pomodoro sono molte. Si va dai parassiti come la Nezara viridula (la famelica cimice verde), il tripide, e la mosca bianca, passando per afidi, ragnetti, dorifore e nematodi mentre dal “fronte fungino” le principali insidie arrivano da muffa grigia, peronospora, oidio, nerume e marciumi vari. Senza dimenticare attacchi da parte di batteri come il cancro batterico del pomodoro, macchiettatura batterica e la maculatura batterica del pomodoro. Della serie: non si fanno mancare nulla…
Rotazione
Il pomodoro è piuttosto esigente e tende a sfruttare molto il terreno sul quale è coltivato. Anche per evitare gli attacchi di parassiti e malattie elencate qui sopra è da evitare la coltura del pomodoro sul solito terreno per due anni consecutivi così come non deve seguire o essere seguito da altre solanacee. Bene invece, dopo di lui, la coltivazione delle brassicacee e cicorie, lattuga e scarola.
Consociazione
I pomodori, quando ancora giovani piante, possono essere consociati con i fagilini e in seguito con fagioli nani, cipolle e aglio. Da provare, nelle zone che lo permettono, la consociazione con i piselli con i quali possono condividere i sostegni.