Anche quest’anno eccomi alle prese con il semenzaio a letto caldo che ho costruito tre anni fa. Il grosso dell’attività orticola sta infatti iniziando e per anticipare la maggior parte delle semine, che altrimenti slitterebbe di un mese abbondante, non c’è niente di meglio di un semenzaio “alimentato” con il letame fresco. Ecco dunque di seguito il fotoracconto dei lavori che precedono la semina vera e propria.
Lavori che iniziano dallo svuotamento del “carburante” della passata stagione e che mostra come un semenzaio così fatto sappia essere generoso fino in fondo: il letame dell’anno scorso sì è infatti trasformato in un ricco humus che tornerà molto utile per i rinvasi primaverili e per la stessa semina nel semenzaio (cliccate sulle immagini per ingrandirle).
Insieme all’humus ho trovato anche un numero imprecisato di larve di (credo) Melolontha melolontha, più comunemente conosciuto con il nome di maggiolino, che è considerato un coleottero dannoso per le piante e che è quindi consigliato eliminare.
Una volta svuotato il semenzaio va di nuovo riempito con il letame fresco, possibilmente di cavallo, e qui scatta la fase meno simpatica di tutta l’operazione, fase comunque indispensabile e dalla quale non è possibile sottrarsi. E così, reclutato Alessio (come sempre paziente e disponibile oltre ogni umana aspettativa), mi sono recato alla stalla dell’amico Stefano che è sempre ben lieto di trovare qualcuno che si offre (gratis!) di eliminare per lui un po’ di letame prodotto in quantità industriale da questi due magnifici esemplari.
Così, muniti di forcone e carretta, ci siamo messi a trafficare con un enorme cumulo di quella materia lì, sì proprio quella che, appena smossa, ha rivelato il perché del suo utilizzo: è stato sufficiente rimuovere un leggero strato superficiale per svelare lì sotto il processo di trasformazione che genera calore e portare alla luce della sana e potente merda di cavallo fumante!
Non giriamoci troppo intorno, di quella si tratta, di escrementi di cavallo che ricordo essere i migliori per la bisogna, sia per la temperatura che riescono a sviluppare (fino a 70° C) che per la durata del processo (più di un mese).
Sembrerà esagerato ma per riempire la fossa di un semenzaio come il mio serve una grande quantità di letame e così, carretta dopo carretta, abbiamo riempito il cassone di un Fiorino!
A questo punto siamo a metà dell’opera ovvero una volta trasportato il “prezioso” materiale va scaricato nel semenzaio e allora di nuovo forcone, di nuovo carretta e via con la m…
Attenzione però a non riempire troppo il semenzaio perché occorre lasciare uno spazio sufficiente per i vasi e per far crescere le future piante.
A questo punto siamo quasi alla fine dell’opera ma manca ancora un ultimo lavoro ovvero la pressatura del letame: oltre a riguadagnare un po’ di spazio questa operazione serve per compattare il letame e rendere così il processo di produzione del calore più efficace. Quindi fate come me, munitevi di un asse di legno e una volta piazzata sul letame saltateci sopra con energia pressando il più possibile il letame, ma fate attenzione, nell’atterrare sulla tavoletta, a non sbagliare mira…
Ecco qua, il gioco è fatto e i preparativi sono ultimati. Basterà aspettare una settimana o poco più perché il meccanismo di produzione del calore si riattivi e si può procedere con la semina. Ma questo lo vedremo la prossima puntata.