Osservando di sfuggita la foto qui sopra sembra che non ci sia nulla di strano e che si tratti di una coltivazione di piante come tutte le altre ma se si presta un po’ di attenzione in più la straordinarietà non sfugge.
Si tratta infatti sì di un giardino con piante e fiori normali ma invece che con la zappa lo si lavora con il martello pneumatico. Perché al posto del comune terreno c’è… il cemento!
La geniale idea è venuta a CMG Landscape Architecture di San Francisco che ha progettato il Crack Garden per un cliente della città californiana. Il lavoro si ispira alla tenacia e all’invasività di molte piante infestanti, di quelle cioè che possiamo incontrare tutti i giorni. A chi infatti non è mai capitato di vedere una piantina sbucare da una micro fessura in un marciapiede o crescere senza problemi in una crepa nell’asfalto? Questa incredibile capacità adattiva di alcuni vegetali, la loro attitudine cioè di sfruttare una porzione minima di terra per crescere, fiorire e riprodursi, è alla base dell’idea di CMG Landscape Architecture.
Alla CMG Landscape Architecture devono aver pensato: “perché non sfruttare questa caratteristica di molte piante per creare qualcosa di diverso dal solito giardino?” Lo studio di progettazione ha quindi individuato, attiguo a un edificio, un piazzale completamente ricoperto di cemento e ha messo in atto il proprio originale progetto. Gli operai hanno così iniziato a realizzare una serie di solchi paralleli ed equidistanti ma, visto il materiale da lavorare, invece dei normali attrezzi di solito utilizzati nei campi (come per esempio zappe e vanghe), hanno utilizzato dei martelli pneumatici, molto più rumorosi e molto meno maneggievoli degli strumenti di cui sopra.
Una volta realizzati, i solchi sono stati riepiti con una piccola quantità di terra dopodiché sono state messe a dimora le piante. Quest’ultime sono di tutti i tipi: piccoli cespugli, piante da fiore, erbe infestanti e pure verdure ma tutte caratterizzate, oltre che alla resistenza in condizioni di crescita difficili, da un ridotto sviluppo radicale.
Come si vede dalle foto qui pubblicate (cliccateci sopra per ingrandirle) il risultato è davvero molto interessante, non solo da un punto di vista estetico ma soprattutto per la sua valenza teorica che è quasi rivoluzionaria e che è valsa premi e riconoscimenti allo studio. Il progetto infatti simboleggia quella che potrebbe essere un’inversione di tendenza: in un mondo che continua a registrare l’inarrestabile avanzata di asfalto e cemento l’idea di CMG Landscape Architecture è un piccolo ma incoraggiante capovolgimento delle cose. Specialmente in un Paese come il nostro, dove ogni anno il cemento si divora 100.000 ettari di campagna (pari al doppio del Parco Nazionale d’Abruzzo), si dovrebbe adottare subito questo simbolico modo di vedere la situazione, favorendo cioè la diffusione del verde a danno della sempre più invadente giungla di cemento.
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