Attesi quei giorni necessari al letame per innescare la produzione di calore la scorsa settimana, aiutato dal grande Beppe, ho dato il via alla semina 2011 caratterizzata da una serie di ortaggi molto più “convenzionali” rispetto alla passata stagione soprattutto perché la rete di coltivatori locali ha sostanzialmente bocciato le specie particolari messe a dimora l’anno scorso a favore di quelle molto più tradizionali e conosciute.
A parte la qualità degli ortaggi (per lo più pomodori) seminati nel 2010, alcuni davvero interessanti, il vero motivo del rifiuto delle varietà inusuali a favore di un tradizionalismo più rassicurante è dovuto al fatto che quasi tutti i pomodori “strani” hanno manifestato una spiccata propensione ad ammalarsi soprattutto di peronospora e marciumi vari, nonostante i trattamenti a base di zolfo e rame fossero stati loro applicati allo stesso modo delle altre piante “classiche” che di fatti non si sono ammalate, segno che nelle varietà inusuali dell’anno scorso, salvo rare eccezioni, c’era qualcosa che non andava: semi vecchi? selezione errata? varietà deboli?
Qualunque sia il motivo il risultato è stato quello di un ritorno alle origini delle varietà più conosciute con l’esclusione del Feuerwerk (davvero notevole, in tutti i sensi) e di qualche pianta del minuscolo Spoon. Sono quindi andati per la maggiore il canestrino, il cuore di bue, il San Marzano, il costoluto fiorentino, il tondo nano, il Roma, il Rio grande, il piramide più un paio varietà di ciliegino che non riscuotono molta simpatia ma che alla fine piantano tutti.
Al di là della mia esperienza per chi ha deciso di metter su un semenzaio questo è il momento per effettuare un buon numero di semine, almeno per chi abita in una bella fetta della Penisola. Le indicazioni sulla semina sono infatti riferite al Centro-Nord d’Italia perché al Sud questa operazione dovrebbe essere già stata effettuata più di un mese fa. Per il resto del Paese, giorno più, giorno meno, in questo periodo nel semenzaio (o in altra coltura protetta come tunnel, serre, doppi vetri ecc.) è possibile seminare:
- basilico;
- cocomero;
- cetriolo;
- fagiolo e fagiolino nano;
- indivia riccia;
- melanzana;
- melone;
- peperone;
- pomodoro;
- sedano;
- zucca;
- zucchino.
Nel mio semenzaio non sono ovviamente finiti solo i pomodori ma hanno per ora trovato spazio le zucche e gli zucchini, i cetrioli e le melanzane, in attesa che si liberi un po’ di posto per seminare altri ortaggi.
Già, lo spazio. Mai come quest’anno mi sono accorto che per assecondare le esigenze degli amici orticoltori la superficie a disposizione nel mio semenzaio non è più sufficiente e sono costretto a fare i “turni”, anticipando cioè la semina delle piante che, una volta uscite dalla protezione del semenzaio, possono resistere più facilmente al più che probabile ritorno del freddo, per poi seminare gli altri ortaggi più sensibili alle basse temperature e che vanno a dimora come minimo a inizio di maggio.
In ogni caso in questa fase è di estrema importanza controllare la temperatura e l’umidità all’interno del semenzaio perché tra il calore del letame e l’azione dei raggi solari si rischia di “bruciare” il contnuto e compromettere la nascita e la sopravvivenza delle piantine. Di contro, lasciare aperto il semenzaio dutante una giornata di freddo può essere altrettanto pericoloso, quindi è davvero fondamentale, in questo periodo contraddistinto da notevoli escursioni termiche, controllare attentamente l’andamento del semenzaio, servendosi magari di un termometro che segna le temperature minima e massima raggiunte nelle 24 ore, regolandosi poi di conseguenza.