L’altro giorno o incontrato una carissima amica che non rivedevo da una vita e, parlando del più e del meno, è saltata fuori dicendomi che aveva visto questo blog; dopo avermi fatto i complimenti d’ordinanza (spero sinceri…), mi ha comunque confessato che la cosa non faceva per lei perché, pur mettendoci tutto l’impegno del caso, non è mai riuscita a far sopravvivere una pianta per più di poche settimane (se non giorni…), ascrivendosi di diritto nella nutrita schiera dei “pollici neri”. L’ho subito tranquillizzata spiegandole che basta poco per tramutare un “pollice nero” in uno verde: un briciolo di cultura botanica e le piante giuste con le quali (ri)cominciare una felice esperienza. “Farò di più” le ho detto, “scriverò un post che raccoglie alcune piante per principianti ‘dure a morire’, quelle cioè in grado di resistere a ogni inesperienza o dimenticanza”. Detto fatto: ecco una prima raccolta di 5 piante a prova di pollice nero.
Pothos
Partiamo dalla pianta che, per esperienza diretta mia e di molti amici, è in assoluto tra le più facili (se non LA più facile) da coltivare in casa. Il sempreverde Pothos è proprio così: piazzatelo in una posizione piuttosto luminosa, annaffiatelo ogni tanto (e ogni 20 giorni con un po’ di fertilizzante liquido) e potete quasi scordarvi di lui. Lui però non si scorderà di crescere e in men che non si dica produrrà le sue belle foglie in abbondanza, abbellendo la zona dove viene coltivato. La moltiplicazione di questa pianta poi è un gioco da ragazzi: tagliate una foglia con il picciolo e immergetela in un contenitore riempito d’acqua; in pochissimo tempo la foglia produrrà radici e sarà pronta per il rinvaso.
Edera
Una delle piante più resistenti e rustiche in assoluto è l’edera: è sempreverde, si adatta a ogni tipo di terreno, resiste bene a periodi di siccità, non ha particolari esigenze di luce e può essere coltivata senza problemi in vaso; queste caratteristiche, unite alla sua capacità di depurare l’ambiente (è efficace nell’assorbire la formaldeide), ne fanno la pianta ideale per tutti i principianti alle prime armi. E poi è pure bella, specialmente le varietà a foglia screziata, e trova la sua sistemazione in ogni contesto.
Chlorophytum
Volete qualcosa di bello, di facile da coltivare e oggettivamente (quasi) impossibile da uccidere? Semplice: il Chlorophytum è la pianta che fa per voi. Conosciuto anche come pianta ragno il Chlorophytum è davvero una pianta a prova di principiante: piazzatela in una posizione luminosa e stop, anche se in teoria deve essere annaffiata con una frequenza normale potete quasi dimenticarvi di lei tanto è rustica e resistente. Personalmente la bagno quando me ne ricordo eppure lei cresce con una generosità che non ha pari rispetto a molte altre piante. Anche in questo caso la moltiplicazione è di una semplicità quasi sospetta tanto è facile: se non ci credete date un’occhiata a questo video…
Sansevieria
Di una bellezza e di un’eleganza difficili da trovare in altre piante, la Sansevieria è l’ideale per i principianti che si dimenticano di prendersi cura delle piante. In questo caso infatti, per il suo bene, è fondamentale dimenticarsi di lei: la Sansevieria non sopporta i terreni troppo a lungo umidi e, anche se nei periodi più caldi dell’estate si deve annaffiare con discreta frequenza, per sicurezza fatelo una volta al mese e vedrete che lei non ne soffrirà e anzi vi ripagherà crescendo sana e vigorosa. In più la Sansevieria è in grado di purificare l’ambiente in cui cresce, altro ottimo motivo per sceglierla in ogni tipo di interno, casa o ufficio che sia.
Phaleanopsis
Sorpresa: un’orchidea tra le piante per principianti! Qualcuno dirà: “ma le orchidee non sono difficili da coltivare?” ebbene no, almeno per quanto riguarda molte delle varietà di Phalaenopsis che troviamo facilmente in vendita dai vivaisti ma anche nei supermercati: tra incroci e ibridazioni varie le “orchidee falena” ottenute sono piante quasi indistruttibili e servono davvero pochissimi accorgimenti per farle prosperare con estrema facilità. Il primo accorgimento è quello di piazzarle in luoghi luminosi ma non alla luce diretta del sole; il secondo è quello di bagnarle (con acqua preferibilmente demineralizzata) solo quando il substrato (la corteccia di pino, non prendetela se non è coltivata con quello) è quasi asciutto; il terzo consiste nel concimarle con un fertilizzante liquido universale con dosi dimezzate (anche meno) rispetto a quelle dichiarate in etichetta. Una nebulizzata di acqua distillata ogni tanto et voilà, vedrete come la vostra orchidea crescerà sana e vigorosa, capace com’è di regalarvi una splendida fioritura che resiste per mesi e mesi. Provare per credere.
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