Nonostante offra indubbi vantaggi anche nell’orto familiare, la rotazione delle colture non è diffusa come dovrebbe. Molti orticoltori amatoriali, almeno quasi tutti quelli che conosco io, continuano da anni e anni a coltivare i soliti ortaggi più o meno nelle stesse zone dell’orto o al più ad alternarli senza una logica di base. Niente di più sbagliato.
Conosciuta ormai da diversi secoli la rotazione delle colture ha come obiettivo principale quello di mantenere e spesso migliorare la fertilità di un terreno. Tramite i cicli colturali, che possono essere di 2, 3, 4 anni e oltre, si cerca di non riproporre per due anni consecutivi le solite piante (o appartenenti alla medesima famiglia) nello stesso terreno. Molto praticata in passato ma progressivamente abbandonata per far posto all’agricoltura intensiva (stessa coltura per anni e anni, tanto ci sono i concimi chimici…), questa pratica sta riacquistando l’importanza che merita da quando le parole sostenibile e biologica sono tornate a far coppia con agricoltura. Vediamo allora i 5 errori principali che questa tecnica permette di evitare e che può essere applicata facilmente anche (e soprattutto) nel semplice orto sotto casa.
1) Sempre la stessa zuppa
Difficilmente le piante riescono ad assorbire gli elementi nutritivi in modo uniforme ma tendono di norma a consumare determinate sostanze in quantità maggiore rispetto ad altre. Coltivando per diversi anni lo stesso tipo di ortaggi in un determinato spazio non si farà altro che impoverire il terreno di un dato elemento spremendo in maniera eccessiva il suolo di coltivazione.
2) Lo stesso strato
Problema legato al primo: le piante assorbono il grosso degli elementi nutritivi dalla zona del sottosuolo dove affondano le radici; ripetendo di continuo la stessa coltura in una determinata area dell’orto si impoverisce il terreno a una data profondità e non si sfrutta che in minima parte il resto del sottosuolo.
3) Occhio ai residui
Non ci sono solo le sostanze assorbite dalle piante ma anche quelle da loro rilasciate. Essudati radicali, residui organici vari o anche sostanze derivate dalla decomposizione degli stessi ortaggi non fanno altro che accumularsi anno do po anno nel terreno rendendolo in alcuni casi nocivo per le colture stesse.
4) Stessa piaggia stesso male
Passatemi l’orribile titoletto di cui sopra: serve a ricordare che la generazione futura dei parassiti che attaccano le vostre piante si aspetta di ritrovare le solite piante al solito posto anche l’anno successivo, cosa che ripetendo la coltura si avvera puntuale, con il conseguente aumento dei danni provocati da insetti sempre più forti e più prolifici.
5) Un favore alle infestanti
Coltivare sempre gli stessi ortaggi porta anche un altro svantaggio: le infestanti nel tempo si adattano alla coltura e si rafforzano anche rispetto ad eventuali attacchi con diserbanti chimici; viceversa, l’alternanza delle colture riesce a interrompere il ciclo di molte malerbe.