L’erba medica o alfa-alfa (Medicago sativa L.) della famiglia delle Fabaceae, è una pianta erbacea perenne, alta fino a circa 80 cm, che ha un fusto eretto da cui partono molte ramificazioni ricche di numerosi germogli laterali, dai quali, dopo il taglio, si originano nuovi fusti. Ha delle radici estremamente profonde che le permettono di assorbire sostanze nutritive dal basso sottosuolo che sono generalmente non disponibili alle altre piante. Cresce nei prati aridi, nei terreni incolti e al bordo dei campi. La pianta era usata in antichità dagli Arabi come cibo per cavalli, perché sostenevano che li rendesse veloci e forti, per questo la chiamarono Al-fal-fa che significa “padre di tutti i cibi”. Coltivata fin dai tempi più remoti nell’Asia occidentale, fu introdotta in Grecia dai Persiani, mentre in Italia è giunta intorno al 200 a.C. ed è usata, ai giorni nostri, soprattutto come cibo per i conigli. Ma oltre ad essere ricca di proteine (18%, molte più delle uova e del latte), quindi ritenuta dagli esperti un buon ricostituente, possiede anche sorprendenti virtù curative.Le parti che si utilizzano in fitoterapia sono le foglie, estremamente ricche di vitamine (A, E, C, D, K, B1 e B2), proteine ed enzimi, inoltre sono presenti in gran quantità fibre solubili e insolubili, saponine, fitoestrogeni (cumestrolo), pigmenti ad attività antiossidante, betacarotene e sali minerali (calcio, fosforo, zinco, selenio, rame e potassio) e non ultima la clorofilla che è d’aiuto nella guarigione di anemia, emorragie, diabete, gastrite, ulcere, disordini del colon, cattivo odore e alito cattivo. Le proprietà che purificano il sangue sono state proprio attribuite al suo alto contenuto di clorofilla. La medicina Ayurvedica consiglia infatti l’alfa-alfa per depurare il sangue e disintossicare l’organismo.
Dalle sommità fiorite dell’erba si ricavano prodotti utili per stimolare l’appetito, per gli stati di convalescenza, per curare alcuni tipi d’anemia e per le carenze della vitamina K. (questa vitamina serve a far coagulare il sangue, nei casi di ridotta attività protrombinica). È considerata anche una pianta utile nella cura dell’osteoporosi (grazie alla presenza di fitoestrogeni come il cumestrolo), nell’abbassare il colesterolo alto (grazie alla presenza di saponine) e nel rimuovere le tossine nel sangue. Alcuni studi ritengono che l’erba medica possa essere usata come integratore preventivo su alcuni fenomeni di degenerazione cancerosa delle cellule intestinali. La pianta, infine, favorisce la digestione e rinforza unghie e capelli. Non ci sono controindicazioni se non per l’ipersensibilità accertata verso uno o più componenti. Attenzione alle interazioni con farmaci antidiabetici e terapie ormonali (tamoxifene). Inoltre è possibile una riduzione dell’efficacia degli anticoagulanti orali dovuta al contenuto di vitamina K.. Quando si usano estratti contenenti fibre, bisogna non assumere contemporaneamente altri farmaci, perché è possibile la riduzione dell’assorbimento dei farmaci stessi.
Foto di Sarah Gregg