Spesso capita che, per un regalo o semplicemente per curiosità, Il primo approccio con le orchidee passi dalla coltivazione di una pianta di Phalaenopsis. È il caso della nostra lettrice Alessandra che per il suo matrimonio (felicitazioni da tutto Florablog!) si è vista regalare non una, non due ma ben tre (sic!) esemplari di questa meravigliosa pianta. Vediamo allora di dare qualche utile consiglio per coltivare con successo l'”orchidea falena“.
Sì, falena, perché il nome Phalaenopsis è composto da due parole greche (phalaen e opsis) e significa simile alla farfalla, con riferimento ai fiori che somigliano a falene in volo.
Formato da una cinquantina di specie tutte originarie dell’Estremo Oriente, il genere Phalaenopsis è composto da piante epifite o litofite (che crescono rispettivamente su piante o rocce) che in natura crescono in zone con temperatura alta e costante (tra i 18° C di notte e i 24° C di giorno) e con un elevato grado di umidità (con precipitazioni che raggiungono medie di 2000 e passa millimetri l’atmosfera è quasi sempre satura).
I fiori, molto belli e duraturi, nascono su degli steli floreali e possono essere molto numerosi (anche 70 o più fiori su di un’unica ifiorescenza!)
In queste condizioni di abbondanza non c’è nessun motivo di immagazzinare riserve idriche (solo le foglie, coriacee, grandi e succulente, adempiono in minima parte a questa funzione) e infatti le piante di questo genere non hanno sviluppato gli pseudobulbi (tipici delle orchidee simpodiali) ma hanno optato per lo sviluppo monopodiale.
Visto come vive allo stato naturale vediamo di ricreare le condizioni ideali per coltivarla in casa anche se i moderni ibridi che troviamo comunemente in commercio sono molto robusti e ben si adattano al clima dei nostri appartamenti.
Luce
Semplice da dirsi, non so quanto da farsi: trovate una finestra luminosa ma che non abbia sole diretto. L’ideale risulta una finestra ad est ma anche una finesta a ovest o a sud va bene, purché debitamente ombreggiata. Comunque: buona luminosità, MAI al sole diretto.
Temperatura
Abbastanza alta tutto l’anno: 22-24° C di giorno 18-20° C di notte; tollerate anche temperature un po’ più basse ma mai sotto i 15°, se non per un paio di settimane in autunno quando un periodo più fresco (potete scendere anche a 13° C) è addirittura consigliato per favorire la formazione dei fiori. Di contro potete spingerle anche a temperature più alte (sui 30-32° C) a patto di assicurare maggiore umidità e movimento d’aria.
Umidità
Aspetto molto importante per la Phalaenopsis. L’umidità ideale si aggira tra il 60 e 80% ma va sempre accompagnata con il movimento d’aria, specialmente nei climi umidi. Usate un nebulizzatore la mattina per spruzzare le piante facendo attenzione che le foglie si asciugnino prima del buio. Per aumentare ulteriormente l’umidità intorno alle orchidee tenete le piante sopra vassoi riempiti di argilla espansa bagnata.
Areazione.
Molto amata e necessaria ma attenzione alle correnti d’aria e all’eccessiva dispersione dell’umidità. D’altro canto, il ristagno non è consigliato specialmente nel periodo della fioritura quindi cercate il giusto equilibrio magari col saltuario ausilio di un ventilatore elettrico.
Acqua
l’aspetto più delicato. Come già detto, non avendo pseudobulbi per immagazzinare l’acqua, le Phalaenopsis non devono mai seccare completamente. Usate preferibilmente acqua demineralizzata, comunque dolce e non fredda, facendo attenzione a non bagnare il cuore della pianta; annaffiate abbondantemente, aspettate che siano quasi asciutte e poi passate alla nuova annaffiatura. Il quasi asciutte è il nodo della questione: aiutatevi con i vasi trasparenti per vedere quando il substrato si sta asciugando o affondate un dito nel vaso, il più possibile ma delicatamente per non rompere le radici, cercando di capire il grado di umidità. In genere le piante grandi hanno bisogno di annaffiature settimanali, le piante piccole più di frequente; anche il numero di radici può essere indicativo: più l’apparato radicale è sviluppato, più acqua necessita.
Ricordate comunque che come tutte le orchidee anche le Phalaenopsis adorano l’acqua ma odiano il ristagno.
Concimazione
Sempre per l’assenza di pseudobulbi e per la loro crescita rapida alle orchidee di Phalaenopsis è bene assicurare una concimazione regolare, sopratutto nel periodo di crescita, che va dalla primavera all’autunno. Prendete un fertilizzante ad alto contenuto di azoto (30-10-10), usate la metà delle dosi consigliate e somministrate ogni 12/15 giorni, non prima di aver bagnato bene (e con sola acqua) le piante.
Substrato
Capace di trattenere umidità, ben areato, che non decomponga rapidamente: queste, in sintesi, le caratteristiche che deve avere il substrato per le Phalaenopsis. La scelta cade inevitabilmente sul bark (la scorza di pino) di piccola/media pezzatura, che risulta essere il substrato più vicino alle condizioni di crescita naturali.
Prossimamente vedremo più nel dettaglio l’operazione del rinvaso, intanto un ultimo consiglio per la fioritura: una volta appassiti i primi fiori non tagliate lo stelo floreale alla base ma tagliatene la punta poco sopra all’altezza dell’ultimo nodo, operazione che in genere da il via a una seconda fioritura.