Finalmente amici e conoscenti stanno portando, dopo la raccolta delle olive, i primi assaggi dell’olio “nuovo”, l’extravergine della spremitura 2009 e, almeno dalle mie parti, la qualità è davvero ottima come del resto in tutta Italia, nazione leader per qualità (assieme alla Spagna) nella produzione di questo incredibile prodotto.
Proprio oggi infatti vengono presentate a Roma (alle 18.30 a Palazzo Rospigliosi, Via XXIV Maggio, 43) le 20 migliori etichette del mondo secondo Flos Olei 2010, l’unica guida che nel classificare la qualità dell’olio prende in considerazione l’intera produzione mondiale e come nella migliore tradizione il nostro paese si aggiudica ben 9 riconoscimenti, seguito dalla Spagna con 5. La guida risulta molto interessante proprio per il suo respiro globale che con 40 nazioni presenti e le 625 etichette recensite riesce a porre l’attenzione verso quelle realtà forse meno conosciute (come il Cile) ma capaci di proporre prodotti di qualità eccelsa.
Tornando all’ambito nazionale alle luci (leggi qualità media ottima) si contrappongono le preoccupanti ombre rappresentate dal calo di quantità, dall’aumento dei costi di produzione e dal continuo calo del prezzo dell’olio.
La produzione, e qui mi riferisco principalmente alla Toscana, risulta quest’anno in calo rispetto al 2008 e la resa si attesta tra il 13 e il 14% di media ma, come si legge su Valdelsa.net, i costi per produrlo l’olio crescono di anno in anno a fronte di un crollo dei prezzi al consumatore finale. L’allarme viene dalla Confagricoltura che denuncia come, dopo un iniziale entusiasmo per un aumento del 10% dovuto alla forte domanda per l’olio novello, il prezzo sul mercato abbia già cominciato a calare. Un chilo di olio extravergine italiano vale oggi sui mercati 3 euro; se si considera che la sola operazione di molitura costa ai produttori un euro a chilo si fa presto a capire come l’intero settore rischi, dopo i pessimi risultati economici dell’anno scorso e la forte concorrenza di Spagna, Grecia e Turchia, di ripetere un’altra stagione di crisi che potrebbe essere gravissima. E c’è anche di peggio, tanto per citare un solo esempio, visto che la Commissione Olio della Camera di Commercio di Bari qualche giorno fa ha sospeso la rilevazione dei prezzi a causa delle speculazioni al ribasso di cui fanno le spese, ovviamente, le aziende agricole pugliesi già molto provate dall’andamento della passata stagione.
Insomma, anche per l’olio extravergine d’oliva, come per gli altri settori dell’agricoltura italiana, la situazione attuale desta allarme e getta ombre sul futuro di un prodotto tanto buono quanto salutare, in grado di giocare un ruolo da protagonista assoluto nella nostra cucina e al contempo, grazie al contenuto di acidi grassi monoinsaturi e di sostanze antiossidanti come i fenoli e i tocoferoli, di combattere il colesterolo e per questo ne è largamente consigliato l’utilizzo, cosa rara quando si parla di sostanze lipidiche; per non parlare dell’importanza che hanno gli olivi per il nostro patrimonio culturale e ambientale e degli effetti che su di esso potrebbe avere il perdurare della crisi.
È doveroso allora fare qualcosa, per esempio spendere qualche euro in più e premiare la qualità, assicurandosi sulla provenienza dell’olio e valorizzare i prodotti migliori, la loro unicità.
Vi lascio alla galleria fotografica inviatami da Simone che illustra la produzione del suo primo olio, in attesa di assistere in prima persona alla produzione in frantoio.