frantoio-2009
L’altro giorno ero in visita al frantoio di un amico e siccome qui non si può più fare niente senza documentare il tutto, ecco alcune foto dell’esperienza e il resoconto, dove cercherò di riportarvi, fedelmente e con molta umiltà, quello che in modo molto gentile mi ha spiegato Lorenzo che le sa veramente tutte sull’argomento.
In poche righe vediamo quali sono i passaggi fondamentali per trasformare le olive in ottimo olio extravergine utilizzando una linea di tipo moderno anzi, nel nostro caso, praticamente nuova.

Tutto inizia con lo scarico delle olive dal trattore (o da dove preferite) nella TRAMOGGIA, contenitore di acciaio con la forma di un tronco di piramide capovolto.
Da qui tramite un rullo di gomma si sale e passando sotto ad un ASPIRATORE, che elimina parte delle foglie, si arriva al CRIVELLO o DERAMISPIETRIFICATORE che, tenendo fede al proprio nome (bellissimo!), rifinisce il lavoro abbozzato dall’aspiratore separando altre foglie, pietruzze, rametti e tutto quanto non ha senso che giunga alla spremitura (compreso il mio cellulare che era cascato nella tramoggia…). Ultimo passaggio della fase di “pulizia” spetta alla LAVATRICE che, sfruttando l’acqua garantisce, un’ulteriore livello di igiene al frutto.
E quando il gioco si fa duro arriva il momento del FRANGITORE che trita le olive e produce una “pappetta” di colore violaceo (molto simile alla pasta di olive che si trova nei vasetti) che poi viene amalgamata per una ventina di minuti dalle GRAMOLE.
Con l’aiuto di una pompa si arriva a quello che Lorenzo ha definito il gioiellino della linea, il DECANTER. Nello specifico si tratta di una macchina che lavora a tre fasi e in pratica serve per separare, tramite un procedimento di centrifuga che sfrutta i diversi pesi specifici, olio, acqua (di vegetazione) e sansa secca. Quest’ultima viene prelevata da una vite senza fine e portata all’esterno, successivamente sarà destinata ad un’ulteriore spremitura (se così si può chiamare) che, in particolar modo nel caso dei frantoi moderni, porterà a una modesta prodizione di olio (di sansa) con qualità decisamente inferiore.
Siamo in vista dello striscione del traguardo, non rimane che passare dal SEPARATORE che opererà, sempre per centrifuga, un’altra divisione di olio e acqua.
A questo punto non rimane che aprire il rubinetto e riempire il fusto d’acciaio oppure la damigiana (evitate quelli di plastica oppure limitatene l’utilizzo al tratto frantoio-cantina) e passare all’assaggio su fetta di pane abbrustolita e agliata ben bene, per godersi anche quest’anno lo squisito sapore dell’olio “nuovo”.

Grazie a Lorenzo, e a tutta la sua famiglia (frantoiani D.O.C.G. da generazioni) ai quali chiedo per favore di correggermi se le ho sparate troppo grosse oppure di integrare con commenti se mi sono dimenticato qualcosa di importante.