La olmaria, (Filipendula ulmaria, forse più nota con il vecchio nome botanico Spiraea ulmaria) della famiglia delle Rosaceae, è una pianta erbacea perenne con altezza che varia dai 70 cm a circa un metro e mezzo. Le foglie sono di colore verde scuro sulla parte superiore, mentre in quella inferiore sono biancastre e pelose. I fiori, di colore bianco-giallognolo, sono ermafroditi, piccoli e molto profumati riuniti in un mazzolino terminale. Predilige i luoghi umidi come le rive dei fossi e dei torrenti ed è comune in tutta Europa a esclusione delle coste mediterranee. Conosciuta anche con il nome Regina dei prati. Le parti utilizzate in fitoterapia sono le sommità fiorite che vengono raccolte in estate tagliandole circa 20 cm sotto l’infiorescenza. I costituenti principali sono i polifenoli, i glucosidi salicilici, i tannini, la vitamina C e l’ olio essenziale. La principale attività terapeutica dell’olmaria è quella antinfiammatoria.L’olmaria viene anche chiamata l’“aspirina vegetale”, e non a caso, perché i suoi glucosidi salicilici sono finiti nell’arcifamoso medicinale. È noto infatti che il famoso chimico Felix Hoffmann, per alleviare i disturbi digestivi causati dal acido salicilico puro, nel 1897 modificò la salicina ottenendo l’acido acetilsalicilico grazie proprio all’utilizzo dell’olmaria, “omaggiata” poi dalla Bayer che chiamò il prodotto Aspirina unendo “a” da acetile e “spir” dal vecchio nome latino dell’olmaria.
L’opera dei salicilati conferisce alla pianta qualità antinfiammatorie, analgesiche e antipiretiche, senza avere tutti gli effetti lesivi del prodotto medicinale, inoltre i flavonoidi ne ampliano gli effetti terapeutici. Viene dunque consigliata per alleviare i dolori lievi di qualsiasi origine, in particolare quelli reumatici. Altra particolarità della pianta è la sua azione contro la gotta facilitando l’eliminazione degli acidi urici. Importante è anche la sua proprietà diuretica, dimostrata già nel XIX secolo, che favorisce l’eliminazione delle scorie azotate e dei cloruri e che risulta utile nel trattamento contro la ritenzione idrica, gli edemi e la cellulite. I flavonoidi presenti in buona quantità, proteggono l’endotelio delle vene e rinforzano i capillari. Gli esperti consigliano che per i lievi dolori, possa essere associata all’artiglio del diavolo.
Gli effetti collaterali non sono importanti, raramente ci possono essere irritazioni della mucosa gastroduodenale. Può scatenare reazioni allergiche in soggetti allergici all’Aspirina.
Ci sono controindicazioni solo per chi è ipersensibile verso uno o più componenti della olmaria. Possibile il potenziamento degli effetti collaterali se si assumono alcool, sedativi, antiaggreganti e anticoagulanti, FANS, ace-inibitori e antidiabetici orali.
Comunque, anche se la pianta non ha effetti pericolosi, prima di iniziare una qualsiasi cura è SEMPRE meglio consultare il vostro medico di fiducia.
Foto di *pascal*