Della serie: troppa grazia! Quello che vedete qui sopra (e nella galleria fotografica) non è il frutto di un’abile fotomontaggio ma la meravigliosa fioritura, in contemporanea, della mia Phalaenopsis e del suo keiki.
Riassunto delle puntate precedenti. Circa un paio di anni fa un’amica, preoccupata per la sua orchidea acquistata da Ikea, mi portò la pianta (a dire il vero non messa troppo bene) e, scambiandomi per un affidabile (?) pronto soccorso per vegetali in difficoltà, affidò fiduciosa la malcapitata alle mie cure. Quello che allora mi ha colpì non fu tanto lo stato di salute della pianta ma l’etichetta attaccata al vaso che, tra i vari consigli, suggeriva di recidere lo stelo floreale una volta persi i fiori. Niente di trascendentale per carità, il consiglio in questione non è certo un’eresia ma un modo di coltivare le Phalaenopsis che ha i suoi indubbi vantaggi ma ha, almeno secondo me, un grosso difetto: tagliando via lo stelo togliamo la possibilità alla pianta di sviluppare un keiki.
Per chi non lo sapesse Keiki è una parola hawaiiana che significa bambino e indica le piante che alcuni generi di orchidee monopodiali riescono a produrre sui propri steli floreali. Per questo motivo, se non seccano, io non recido mai gli steli perché così facendo posso sperare di veder crescere un keiki, cosa che per la Phalaenopsis dell’amica si è puntualmente avverata. Anzi la pianta in questione non ha badato a spese e di “bambini” ne ha sfornati addirittura due, uno dei quali mi ha pure regalato una sorprendente fioritura che ha posticipato la sua separazione dalla madre. Questo keiki infatti aveva già raggiunto la maturità (leggi 3-4 radici ben formate) necessaria per una vita autonoma ma il timore di compromettere la sua inusuale fioritura mi ha spinto ad aspettare che sfiorisse prima di operare per la separazione dalla pianta madre.
Persi i fiori però, essendo in pieno inverno, ho atteso la stagione migliore per compiere il distacco ma nel frattempo il keiki cosa mi fa? fregandosene di tutto e di tutti si mette a produrre un nuovo stelo che, se da un lato mi ha riempito di immensa gioia, mi ha costretto a rimandare di nuovo il suo distacco dalla pianta adulta, cosa che mi fa pensare di avere a che fare con un keiki “bamboccione” che non ha nessuna intenzione di lasciare casa per vivere una vita autonoma…
La cosa non finisce qui perché la pianta madre, forse gelosa delle mie attenzioni per la piccola, decide di produrre anche lei il suo nuovo stelo floreale: il risultato finale è la magnifica fioritura che vedete nelle foto, con la Phalaenopsis e il suo keiki che danno vita a uno spettacolo che non avevo ancora visto (anche perché penso abbastanza raro) e del quale, logico, mi bullo con un certo orgoglio… del resto, come non farlo?
Vi lascio alla galleria fotografica, non prima di avervi consigliato di pensarci minimo due volte prima di recidere gli steli ancora verdi delle vostre amate orchidee, potreste perdervi uno spettacolo mica da poco…