Un metodo efficace e naturale per fertilizzare il terreno, usato in antichità e oggi recuperato in agricoltura biologica, è il sovescio. In sostanza si coltiva un vegetale non per ottenerne cibo o altri prodotti derivati ma per interrarlo e concimare così la terra per la coltura successiva. Il suo impiego garantisce indubbi vantaggi:
– arricchisce il suolo di sostanza organica e quindi di sostanze nutritive;
– grazie all’acqua presente nella coltura usata aumenta sensibilmente la disponibilità idrica del terreno;
– migliora la struttura fisica del terreno;
– fornisce subito il 50% di elementi nutritivi a disposizione e il restante 50% negli anni successivi;
– protegge il suolo dalle erosioni;
– controlla le infestanti.
Le piante più usate per il sovescio appartengono essenzialmente a tre famiglie: le crucifere, le graminacee e le leguminose. Alle crucifere appartengono il ravizzone e la colza e sono piante che hanno in genere un periodo breve di crescita, oltre a garantire un buon quantitativo di potassio. Le graminacee vengono di solito consociate alle leguminose, tra le più usate le coppie avena/pisello proteico e avena/veccia. La famiglia più interessante per il sovescio rimane però quella delle leguminose. Tra le molte specie esistenti infatti è possibile trovare la pianta per ogni esigenza visto che le leguminose riescono ad adattarsi ad ogni clima e ad ogni terreno. Fanno parte della famiglia e sono largamente usate come coltura da sovescio il trifoglio, la veccia, il favino il pisello proteico e il lupino. La caratteristica che rende queste piante interessanti è l’azotofissazione che non è una mania ossessiva nei confronti di questo prezioso elemento ma la capacità delle leguminose di restituire al terreno importanti quantità di azoto tramite la simbiosi con alcuni microrganismi che vivono nelle radici e che per questa loro capacità vengono definiti appunto azotofissatori. Tra microrganismi e leguminose si instaura un’alleanza basata sul reciproco scambio dove i microrganismi cedono un po’ di azoto alle leguminose e in cambio ottengono un po’ di glucidi fondamentali per la loro esistenza. Per questa loro caratteristica le piante che seguiranno un sovescio di leguminose avranno un ottimo apporto di azoto e cresceranno rigogliose.
Oltre alle citate famiglie vengono usati il grano saraceno e la facelia.
Indicativamente lo sfalcio delle coltivazioni deve essere effettuato al massimo grado della loro crescita ovvero nel periodo immediatamente precedente la fioritura, avendo l’accortezza di non far lignificare troppo gli steli della vegetazione che, una volta interrati, impiegherebbero troppo tempo prima di disfarsi e restituire sostanze al terreno. Tagliate le piante è consigliato lasciarle seccare leggermente in superficie prima di interrarle a una profondità di 10/15 cm per consentire alla vegetazione di rimanere a contatto con l’ossigeno che serve ad alimentare il processo di decomposizione della biomassa.
Il sovescio è molto indicato per rendere fertile un campo o più semplicemente un orto eccessivamente sfruttati oppure per recuperare in maniera ottimale un campo lungamente incolto o ancora, come principale impiego, per concimare un terreno prima della coltura desiderata.
Foto di bisonbison