Albicocca, ricca di betacarotene per abbronzarsi meglio
L’albicocco (Prunus armeniaca) è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee, proviente dalla Cina e dall’Asia Centrale, con foglie di color verde intenso e dai frutti carnosi di colore giallo-arancio, con seme osseo a forma ovoidale. Alessandro Magno lo scoprì durante una spedizione in Armenia ma furono gli Arabi a portare la pianta nel bacino del Mediterraneo. L’albicocca è stata considerata fin da sempre un frutto esotico e rarissimo, altamente digeribile, ipocalorico e ricco di fibra contenente soprattutto beta-carotene, una sostanza antiossidante fondamentale in quanto viene trasformata dall’organismo in vitamina A.  L’albicocca, inoltre, è ricca di vitamina B, C e PP e di diversi elementi (magnesio, fosforo, ferro , potassio ecc.) e questo ne fa un alimento fondamentale per chi è anemico, spossato, depresso e stanco.
La vitamina A protegge tutte le superfici dell’organismo, il suo consumo è particolarmente indicato per prevenire gli effetti dell’invecchiamento e una sua carenza provoca secchezza della pelle e delle mucose e può portare alla rottura delle unghie, alla presenza di capelli fragili ed opachi, alla difficoltà nella cicatrizzazione delle ferite e a una possibile fragilità delle ossa. Ma le più note conseguenze della carenza di vitamina A sono le alterazioni della vista, con diminuzione della capacità visiva (quella notturna) e lesioni alla cornea. Fondamentale per la produzione da parte del nostro corpo della melanina, il beta-carotene ci fa abbronzare ma, attenzione, non ci protegge dalle radiazioni ultraviolette del sole, usate, mi raccomando, le creme anti UV; è questo, dunque, il periodo giusto per fare delle belle mangiate di albicocche. Inoltre possiede anche altre proprietà, come quella di proteggere il nostro corpo dai tumori causati da agenti chimici (per es. inquinamento atmosferico), di rendere più acuta la vista, di rinforzare le ossa, di aumentare le difese immunitarie contro gli elementi tossici dell’aria e contro i danni del fumo. Quando il frutto è consumato maturo, serve per combattere le diarree, ma deve essere evitata da chi ha digestioni lunghe e difficili; mangiata secca invece ha proprietà lassative. Per la sua ricchezza di vitamine A, B, C, PP oltre a essere raccomandata per le anemie è consigliata in convalescenza e in caso di mancanza di appetito. Nella tradizione popolare l’albicocca è un equilibrante nervoso capace di aumentare le difese naturali dell’organismo. Gustosissima se mangiata cruda, non perde nessuna delle sue proprietà se consumata sotto forma di succhi, sorbetti o gelati. Le albicocche vanno acquistate quando si presentano morbide al tatto e di un bel colore arancione, vanno poi conservate a temperatura ambiente fino alla maturazione e quindi poste in frigorifero (al massimo per 4-5 giorni) in sacchetti o contenitori di plastica. Poiché si mangiano con la buccia, devono essere lavate a lungo sotto acqua corrente per eliminare tutti i possibili residui di anticrittogamici. L’albicocca è costituita per l’86,3% da acqua, per questo motivo mangiarla rappresenta anche un valido aiuto per rifornire il nostro organismo di liquidi.
Nella cosmesi popolare l’albicocca è stata sempre indicata nella cura della pelle. L’olio ottenuto dai suoi semi è molto efficace sia per il trattamento delle smagliature, che delle rughe. Con il suo succo si possono fare impacchi idratanti, maschere per l’abbronzatura e maschere antirughe.
Foto di Max xx